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Roma
Metro "archeologica" ad Amba Aradam. Linea C, ritardi ed extra costi

"La soprintendenza ci ha detto di studiare come valorizzare il ritrovamento all'interno della futura stazione Amba Aradam lasciandolo nella stessa ubicazione dove lo abbiamo trovato". E' Andrea Sciotti, responsabile del procedimento linea C Roma Metropolitane ha tratteggiare il futuro della nuova linea metropolitana, arenata a San Giovanni dopo il ritrovamento di una antica caserma databile alla prima metà del secondo secolo dopo Cristo.
"Considerando che la tratta T3 ha dei tempi realizzativi lunghi, i lavori dovrebbero essere completati nel 2021. Se riusciamo a trovare una soluzione flessibile - continua Sciotti - e un accordo con la soprintendenza forse riusciremo ad ammortizzare eventuali ritardi su questa stazione. L'obiettivo sarebbe i cercare di non aumentare i ritardi che oggi abbiamo già registrato sulla tratta"
"Ci sarà sicuramente un costo di riprogettazione. È presto ancora per dire quanto e se, perché dobbiamo finire di definire la soluzione. Lo spostamento eventuale dello scavo archeologico è previsto che sia eseguito del contraente generale nell'ambito di quella che è la previsione di contratto. Bisogna capire - conclude Sciotti - di che tipo di soluzione si sta parlando e in base a questo si potrà dire qualcosa di più sui tempi e sui costi".

Oggi si è tenuto il sopralluogo del soprintendente ai beni archeologici per Roma, Francesco Prosperetti: "Questa scoperta fortuita - ha spiegato Prosperetti - apre una prospettiva nuova nella realizzazione di questa stazione perché Amba Aradam diventa la prima grande stazione archeologica della Metropolitana C di Roma".

La caserma scoperta tra novembre/dicembre 2015 durante i lavori della stazione Amba Aradam risale probabilmente all'epoca dell'imperatore Adriano ed è composta da un corridoio centrale da cui si aprono 39 ambienti, alcuni dei quali conservano ancora parti di pavimenti a mosaico ed intonaci affrescati. Come viene spiegato durante il sopralluogo da Rossella Rea, responsabile del lavori, l'edificio fu abbandonato e interrato durante la costruzione delle Mura Aureliane. L'importanza di questa scoperta è dovuta anche alla sua posizione. "La struttura della caserma, che probabilmente era a due piani come molte altre caserme, fu rasata all'altezza in cui si è conservata. Furono demolite le parti superiori con cui si riempirono i vari ambienti e fu interrato tutto. Il ritrovamento è eccezionale perché ci troviamo al vertice di un triangolo rovesciato. Questa caserma è il vertice del triangolo e gli altri lati sono rappresentati dalle caserme dei Castra Nova Equitum Singularium a San Giovanni in Laterano, a via Tasso e via Emanuele Filiberto. L'altro lato è rappresentato dai Castra Peregrina presso la chiesa di Santo Stefano Rotondo. Questa zona si connota come un quartiere di caserme".

IL PROGETTO. "La nostra idea - ha spiegato Prosperetti -  è che si possa operare sostanzialmente su tre direttrici: il restauro ed il successivo stacco dei mosaici, il restauro ed il successivo stacco degli affreschi, il sezionamento delle murature ed il loro accantonamento nel cantiere per una successiva ricollocazione. L'idea di sezionare i ritrovi ed accantonare qui vicino l'impianto è qualcosa che non ci spaventa. Il vero tema è come questo ritrovamento potrà influenzare il progetto definitivo della stazione, è come dare spazio a questo ritrovamento. Dobbiamo dare una soluzione di qualità. Dobbiamo pensare a questo spazio come uno spazio che sappia parlare del sottosuolo di Roma ai viaggiatori. Questo ritrovamento potrà dimostrare che questo sottosuolo ricco di testimonianze non è solo un limite, un incidente ma è piuttosto un'opportunità per costruire a Roma la più bella metropolitana di Roma".

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