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Roma
Morte Desirée. Retroscena, ipotesi e l'appello della madre: “Voglio giustizia”

Il tunnel della droga, gli abusi sessuali e, infine, la morte di uno stabile abbandonato di San Lorenzo. Dopo l'interrogatorio fiume e l'arresto di tre uomini, due senegalesi e un nigeriano, si moltiplicano retroscena, dettagli e ipotesi dietro la morte di Desirée Mariottini.

 

 

In attesa dei risultati dell'autopsia, l'ultima, terribile, notizia arriva dagli inquirenti: "Desirée era già stata nello stabile abbandonato di via dei Lucani". Dall'inchiesta su stupro e omicidio emerge infatti l'ipotesi secondo la quale la giovane era solita frequentare San Lorenzo, dove si era recata più volte nelle ultime due settimane e dove "si sarebbe prostituita per ottenere droga". Per quanto riguarda invece i tre fermati, attualmente accusati di violenza sessuale di gruppo, cessione di stupefacenti e omicidio volontario, il procuratore aggiunto Maria Monteleone, che coordina le indagini, ha inviato al gip la richiesta di convalida del fermo e adesso il giudice dovrà fissare l'interrogatorio di convalida entro le prossime 48 ore.

E mentre la morte della giovanissima di Cistera di Latina occupa tv, web e giornali, la mamma di Desirée, Barbara, si dice distrutta e assicura che "Non sapevamo che Desi frequentasse Roma, sapevamo che andava a Sezze oltre che avere amici a Cisterna. Non riusciamo a capire ancora come sia arrivata a Roma e in quel posto". Alla notizia della tragica fine delle figlia, uccisa e stuprata lontana da casa, una sola richiesta: "Ora voglio giustizia per Desiree, voglio che questa tragedia non accada ad altre ragazze".

Il Campidoglio, secondo quanto si apprende, ha deciso di proclamare il lutto cittadino nel giorno in cui si svolgeranno i funerali di Desiree Mariottini, ancora da stabilire.

E mentre cresce la rabbia e a San Lorenzo si preparano "ronde civili" di residenti, dal programma Stasera italia il ministro Salvini tuona: "Fosse per me, castrazione chimica per gli stupratori - dichiara parlando della morte di Desirée - Un po' di carcere in Italia, ma le carceri in Nigeria, in Senegal, in Congo o in altri Paesi penso siano un tantinello piu' dure. A me non dispiacerebbe che tornassero anche da dove sono arrivati".

 

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