Roma
Morto Carlo Ripa di Meana: la scomparsa a due mesi dalla moglie Marina


Addio a Carlo Ripa di Meana: parlamentare europeo, Commissario europeo per l'Ambiente e Ministro dell'ambiente
A due mesi dalla scoparsa della moglie Marina, muore Carlo Ripa di Meana.
Carlo Ripa di Meana dei nobili marchesi di Meana nato a Marina di Pietrasanta (Lucca) il 15 agosto 1929 è stato un parlamentare europeo, Commissario europeo per l'Ambiente e Ministro dell'ambiente.
Ha ricoperto l'incarico di portavoce dei Verdi e presidente di Italia Nostra. Si è sempre battuto per la tutela dei centri storici, dei monumenti e del paesaggio. Contro gli "scempi urbanistici" perpetrati nella Capitale. Per decenni ha avuto posizioni istituzionali di grande esposizione mediatica e impegno, quale Consigliere regionale in Lombardia e, successivamente in Umbria; Presidente della Biennale di Venezia; due volte parlamentare europeo; Commissario europeo per l’Italia per otto anni nelle due Commissioni Delors I e II.
Diede le dimissioni per dissensi in Consiglio dei Ministri, in quanto si oppose al decreto, denominato decreto ‘Amato-Conso’, che poi non fu firmato dal Presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro: riguardava la depenalizzazione dei reati concernenti le violazioni sulle norme per il finanziamento pubblico ai Partiti Il cosiddetto "colpo di spugna").
Politicamente è stato un progressista, ma il suo percorso è da iscriversi in una linea di “anarchia” del pensiero politico di sinistra. Qualcuno motteggiò che questa particolarità fosse proprio dettata da una certa influenza della sua città di origine, terra di anarchici. Lui stesso si è sempre definito un “cane sciolto” (titolo della sua autobiografia). Secondo di una nidiata di sette tra fratelli e sorelle quella di Ripa di Meana era la generazione di chi ebbe vent’anni nel secondo dopoguerra e pensò che tutto fosse possibile purché ci si schierasse dalla parte del Partito comunista. C’era anche lui nella mitica redazione del quotidiano l’Unità dei primissimi anni Cinquanta di via Quattro Novembre a Roma, il quotidiano che dirigeva Pietro Ingrao e dove primeggiavano Alfredo Reichlin, Luigi Pintor, Maurizio Ferrara. Nel 1957 fa il libraio nella libreria Feltrinelli a Pisa, e a Forte dei Marmi durante l'estate, fino a quando, nel 1960, Giangiacomo Feltrinelli lo chiama per l'apertura della prima sua libreria a Milano. “A Roma Abitavamo in via Bruxelles 47, ai Parioli a Roma. Di fronte c’era Villa Badoglio, oggi diventata l’Ambasciata della Repubblica Popolare Cinese. Sopra di noi abitava il famoso clinico Cesare Frugoni, e poi, nello stesso stabile, l’architetto Andrea Busiri Vici, fratello di un mio zio. Tante volte, davanti casa, ricordo la fila dei pony cavalcati dai figli del barone Nisco, in trasferimento verso Villa Glori” così raccontò di sé in una lunga intervista.
Nell'anno di insediamento di Alemanno, era stato protagonista, insieme a sua moglie (l'imprevedibile stilista-scrittrice precedentemente sposata con il duca Alessandro Lante della Rovere) delle dure battaglie sia contro la chiusura dell'ospedale San Giacomo di Via del Corso a opera della Regione e sia per dire no alla realizzazione del progetto di parcheggio sotto il Pincio. Una vittoria, quest'ultima, che lui stesso ha ricordato tra gli aspetti «positivi» dell'operato di Alemanno per il quale aveva sempre manifestato simpatie, motivo che lo portò alle dimissioni dalla sezione romana di Italia Nostra.