Non ha il Covid, ma il referto è in italiano: bloccata in aeroporto a Londra - Affaritaliani.it

Roma

Non ha il Covid, ma il referto è in italiano: bloccata in aeroporto a Londra

Le autorità britanniche pretendono un referto in inglese: per questo la donna romana rischia di passare due settimane nell'aeroporto di Londra

Sarà uno degli effetti assurdi della Brexit, sarà uno dei burocratismi folli legati alla pandemia del secolo, o un mix delle due cose. Fatto sta che una donna romana rischia di passare 14 giorni “bloccata” in aeroporto - come nel film The Terminal con Tom Hanks - solo perché “colpevole” di avere un referto negativo del tampone Covid-19 redatto in lingua italiana. 

E così D.R., romana, classe 1997, nubile, in procinto di imbarcarsi oggi presso l'aeroporto di Ciampino per lo scalo di Stantsed a Londra, dove vive e lavora nel settore alberghiero, se non interverrà il Consolato italiano a chiarire la questione rischia di restare nel limbo aeroportuale solo perchè ha un referto di tampone negativo perfettamente valido per viaggiare nella Comunità europea e in altri Paesi del mondo. Ma, a quanto pare, non nel Regno Unito che ha finalmente ritrovato la sua "sovranità" dalla Ue. Con effetti notevoli, degni dell'asilo Mariuccia.

L'allucinante vicenda burocratica è stata segnalata dalla donna all'Associazione Giustitalia che si occupa, tra le altre cose, dei diritti dei passeggeri. Associazione che fa sapere di ritenere illogico, e lesivo dei diritti internazionali del passeggero, il fatto che le Autorità aeroportuali inglesi “pretendano” un referto di tampone in inglese, quando il documento è - ovviamente - redatto nella lingua ufficiale del Paese che lo rilascia (in questo caso l'Autorità sanitaria italiana). Mentre si resta in attesa di sapere se un cittadino britannico che dovesse volare nello spazio Schengen sarebbe sottoposto ad analogo trattamento, all'insegna del motto: The proof of the pudding is in the eating. O come si direbbe da queste parti: hai voluto la bicicletta, pedala.