Olio extravergine come petrolio: raccolta a caro prezzo, aumenti sino al 40%

Parola di esperto pugliese trapiantato nella campagne della Sabina: “Quest'anno l'olio extravergine d'oliva made in Italy segnerà un'impennata del prezzo al litro senza precedenti”.

Giacomo Ficco, esperto agronomo e autorità internazionale del settore ovocaprino, pugliese di origine, ma con un'azienda di produzione a Ponticelli, in Sabina, spiega perché il mercato dell'olio extravergine di qualità sembra seguire le fluttuazioni internazionali dell'energia e quindi destinato a subire un'impennata che peserà sulle tasche delle famiglie. A meno che non si faccia una scelta al ribasso scegliendo olii “da cucina di scarsissima qualità”.

Spiega il dottor Ficco: “Quest'anno c'è poco olio, c'è poca produzione sia sulle regioni più vocate che quelle meno vocate e il mercato è alterato. In queso momento a meno che non arrivino navi di prodotti mediocri dall'estero e poi fanno miscele, alla Borsa di Bari quota 9,30/9,40 al litro con 4% di acidità”.

Gli effetti sui consumatori?

“Sul mercato l'olio nuovo che arriverà nei prossimi mesi avrà un aumento del 30-40% ma sono aumenti fisiologici rispetto ai costi di produzione. Al dettaglio andremo dai 14 ai 16 euro al litro con punte di 17 o 18 a seconda delle zone di produzione”.

Ma perché la produzione è così scarsa?

“Un po' l'andamento climatico, un po' la potatura e le piogge costanti in primavera hanno ridotto l'allegaggione, lo sviluppo dei frutto successivo alla potatura. E c'è un calo continuo e costante di produzione sia nel nel settore vegetale che zootecnico. E poi si sono ridotti gli oliveti per abbandono: potare un pianta d'ulivo a seconda della grandezza va dai 5 ai 12 euro. Non c'è manodopera e non c'è concorrenza quindi non c'è economia”.c