Roma
Omicidio Mollicone: persi reperti dell'autopsia, l'Appello naviga tra ipotesi
Medici senza termometro e resti dell'autopsia scomparsi. L'ora della morte e l'eventuale stupro di Serena non sono più certezze
Omicidio di Serena Mollicone, dal processo d'Appello a 20 anni dal caso emergono nuove sconcertanti verità. Come quella dell'ora della morte, poiché nella borsa degli esperti mancava un termometro per misurare la temperatura del cadavere e risalire quindi ai momento del delitto. Non solo: i reperti autoptici sono spariti dalle prove; impossibile quindi definire se ci sia stata violenza carnale o meno.
La seconda udienza del processo in Corte d'Assise d'Appello lascia senza parole. Mancano le prove che potrebbero condannare o scagionare definitivamente Franco Mottola, la moglie Annamaria, il figlio Marco e i carabinieri Quatrale e Suprano.
L'esperta Cattaneo: "Non ci sono elementi certi"
La testimonianza di Cristina Cattaneo, l'anatomopatologa consulente della Procura ha evidenziato gravi lacune post indagini. Di fronte agli avvocati della difesa che chiedevano quali e quanti fossero gli elementi per individuare l'ora presunta della morte, ha ammesso di non avere a disposizione elementi certi come la “temperatura del corpo” al momento del rinvenimento del corpo di Serena Mollicone, poiché “nella borsa dei medici chiamati, mancava il termometro”.
I reperti dell'autopsia non si trovano più
E poi il giallo dei reperti, cioè dei resti organici del cadavere che, dopo l'autopsia dovevano essere conservati ad uso del processo. E sempre la difesa è riuscita nel colpo a sorpresa: chiedendo di poter definire se la ragazza era stata stuprata o meno l'esperto della Corte d'Assise d'Appello ha ammesso che i resti post autopsia sono andati perduti. Venti anni dopo il delitto, le nuove tecniche autoptiche avrebbero potuto comunque mettere in luce elementi utili sia alla definizione dell'orario del delitto, che all'eventuale stupro.
E tra i vari reperti smarriti, anche il calco del pugno che Marco Mottola avrebbe sferrato contro la porta l'alloggio all'interno della stazione dei Carabinieri di Arce. Anche in questo caso impossibile stabilire chi e se è stato sferrato il pugno contro la porta sui cui avrebbe sbattuto Serena prima di morire. Così la verità giudiziaria si allontana sempre di più.