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Roma
Parentopoli Atac, raffica di condanne. “Salvo” l'assessore di Alemanno

Con quattro condanne per abuso d'ufficio, una sentenza di assoluzione e una di prescrizione si è chiuso in primo grado lo scandalo 'Parentopoli' in Atac, e cioé le assunzioni, tra il 2008 e il 2010, di amici e conoscenti degli allora dirigenti che erano alla guida dell'azienda municipalizzata dei trasporti romani benché buona parte dei candidati scelti per 'chiamata diretta' fosse priva dei requisiti necessari.


I giudici dell'ottava sezione penale del tribunale di Roma (presidente Marcello Liotta) hanno inflitto 3 anni e 7 mesi di reclusione all'ex amministratore delegato Adalberto Bertucci, 2 anni e 3 mesi al suo successore dell'epoca Antonio Marzia, 3 anni e un mese all'ex dirigente dei Servizi informatici Luca Masciola e un anno e 8 mesi al manager Vincenzo Tosques.

Prescrizione per Tullio Tulli, ex direttore generale di Trambus spa, mentre nei confronti dell'ex assessore comunale all'Ambiente Marco Visconti (giunta Alemanno) il collegio giudicante si è pronunciato per un'assoluzione per "non aver commesso il fatto".
Al centro degli accertamenti svolti dal pm Francesco Dall'Olio l'irregolarità o la forzatura di decine di assunzioni fatte in quegli anni: ne beneficiarono, tra gli altri, una cubista di discoteca, un ex estremista di destra, un paio di familiari degli attuali imputati, e un assistente bagnino.

I carabinieri verificarono, tra l'altro, che molti degli assunti erano inquadrati a livelli superiore rispetto ai titoli indicati nel curriculum. Il tribunale ha condannato i quattro imputati all'interdizione dai pubblici uffici per la durata della pena inflitta e al risarcimento, da valutare in sede civile, alle numerose parti civili costituite ('in primis' Roma Capitale e Atac spa).

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