Roma
Pasolini, il caso è chiuso. "Morte rimane un mistero"
Anche l'ultima inchiesta della procura di Roma sulla morte dello scrittore Pier Paolo Pasolini, ucciso all'Idroscalo di Ostia il 2 novembre del 1975, e' finita in archivio. Lo ha deciso il gip Maria Agrimi che ha recepito le conclusioni del procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani e del pm Francesco Minisci.
Secondo la procura, non e' stato possibile dare una identita' a quei cinque profili genetici riconducibili ad altrettanti soggetti probabilmente presenti sulla scena del crimine, oltre a Pino Pelosi, l'unico condannato per il delitto. Ad opporsi alla richiesta di archiviazione era stata la difesa di Guido Mazzon, cugino di Pasolini, ma il giudice non ha ravvisato nelle conclusioni della procura alcun motivo per disporre nuovi e ulteriori accertamenti
"La verità rispetto al passato - ha affermato l'avvocato Stefano Maccioni, legale di Guido Mazzon, cugino dello scrittore friulano ucciso all'idroscalo di Ostia nel 1975 - è quella di aver riconosciuto, con molta probabilità, la presenza di altri soggetti, oltre a Pelosi, sulla scena del crimine, grazie agli accertamenti scientifici svolti, che hanno identificato 5 profili genetici sconosciuti".
Lo stesso penalista, difensore di parte civile di Mazzon, ha poi spiegato: "Nell'atto di opposizione all'archiviazione avevamo fornito nuove piste investigative soprattutto in relazione ad evidenti incongruenze investigative dell'epoca, a collegamenti con la malavita comune romana e su cosa stesse lavorando Pasolini prima di morire".