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Roma
Patente o carta d'identità? Incubo “gate”, pure per Francesco Facchinetti

di Gabriella Sassone


Qualche settimana fa, ha fatto sorridere e divertire tutti la disavventura capitata al simpaticissimo Francesco Facchinetti, l’ex DJ Francesco, che vedremo a settembre alla conduzione di “Miss Italia” su La7. Lui stesso ha raccontato l’episodio con un post sul suo Facebook: in buona sostanza, Francesco si era recato all’aeroporto per imbarcarsi su un volo diretto a Milano ma, al momento dell’esibizione del documento di identità al gate, si era visto rifiutare la patente di guida; solo il caso ha voluto che avesse con sé anche la carta di identità che gli ha permesso di superare i controlli.
Probabilmente, ed è lo stesso Facchinetti a spiegarlo nel suo post, tale richiesta del personale addetto era stata dovuta al fatto che, diversamente da quanto da lui creduto, si stesse imbarcando su un volo internazionale (nella fattispecie, quello per Amsterdam: ma lo avrebbe scoperto solo dopo, una volta giunto lì a destinazione, dopo essersi addormentato). Non solo Francesco ha bucato la serata dove doveva recarsi ma si è beccato anche un bel “cazziatone” dalla moglie che non ha creduto al suo racconto.
Ecco allora il dilemma: la patente di guida vale o no come documento di identità? E si può utilizzare per viaggiare in aereo? A rispondere è il noto penalista romano, Marco Valerio Verni.

Avvocato Verni, ci chiarisca un po’ le idee: cosa possiamo dire ai tanti viaggiatori che, specie in questi giorni estivi, decidono di prendere l’aereo? Possono usare la patente di guida come documento di identità?
“Per prima cosa, occorre precisare che i documenti necessari per viaggiare in aereo sono diversi e vanno distinti in base alla destinazione: infatti, ove quest'ultima risultasse in territorio di Stati appartenenti alla cosiddetta area Schengen o di Paesi esteri extra-Schengen, l'interessato dovrà sempre essere in possesso di un documento riconosciuto valido per l'attraversamento dei confini nazionali, ossia la carta d'identità valida per l'espatrio, il passaporto, oppure un diverso documento di viaggio specificamente riconosciuto dallo Stato di destinazione (nel caso dell'Italia, sono riconducibili a tale ultima categoria le tessere personali di riconoscimento rilasciate ai dipendenti civili dello Stato nonché ai militari, ad esempio, o il c.d. lasciapassare per minore di quindici anni).
Qualora, invece, la destinazione di viaggio dovesse ricadere nel territorio nazionale, il passeggero potrà esibire, oltre, naturalmente, alla carta di identità, anche uno dei documenti di identificazione ad essa equipollenti, specificamente indicati all'articolo 35, comma 2, del Decreto del Presidente della Repubblica n. 445 del 28 dicembre 2000, a mente del quale "sono equipollenti alla carta di identità il passaporto, la patente di guida, la patente nautica, il libretto di pensione, il patentino di abilitazione alla conduzione di impianti termici, il porto d'armi, le tessere di riconoscimento, purché munite di fotografia e di timbro o di altra segnatura equivalente, rilasciate da un'amministrazione dello Stato".

Quindi, non sembrano esserci dubbi: la patente di guida può essere validamente utilizzata quale documento di riconoscimento per i viaggi in aereo con destinazioni nazionali. Lo stesso vale per cosiddetta patente plastificata?
“Proprio il Ministero dell'Interno, già con una circolare del duemila, ha chiarito che il carattere di documento di identificazione personale "contraddistingue tuttora la patente di guida", atteso che anche essa contiene tutti i requisiti prescritti dall'art. 292 del R.D. n. 635 del 6.05.1940 (in primis, l'apposizione di una fotografia su di essa ed il suo rilascio da parte di una Amministrazione dello Stato). Per cui sì: anche la patente plastificata può essere utilizzata come documento di riconoscimento”.

Quindi, nel caso specifico di DJ Francesco, chi si trovava nel giusto?
“Non conosco nello specifico come siano andate effettivamente le cose. Da quel che racconta lo stesso Facchinetti, se la sua destinazione doveva essere Milano, certamente la patente poteva essere validamente esibita ai controlli. Resta il dubbio,  sempre basandoci su quanto da lui riportato, sul come sia stato possibile che nessuno (oltre allo stesso Facchinetti) si sia accorto che, invece di Milano, il volo sul quale si stesse imbarcando fosse diretto ad Amsterdam: qui entreremmo in altri discorsi, riguardanti soprattutto la sicurezza aeroportuale, ma dovremmo avere più elementi per poter fornire una corretta analisi”.

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