Peste suina, sono 6 i casi. L'Oipa dichiara guerra: "Faremo ricorso al Tar" - Affaritaliani.it

Roma

Peste suina, sono 6 i casi. L'Oipa dichiara guerra: "Faremo ricorso al Tar"

Per gli animalisti armare i cacciatori è la scelta sbagliata: "Serve un piano di sorveglianza e prevenzione"

Salgono a 6 i casi di cinghiali positivi alla Peste suina. La conferma arriva dall'Istituto Zooprofilattico che ha inoltre evidenziato come tutti gli esemplari infetti provenissero dalla stessa area.

"Dall'Istituto Zooprofilattico confermano che i casi positivi" di peste suina a Roma "sono sei tutti riferiti alla stessa area", ha spiegato l'assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D'Amato. "Accolgo con favore le dichiarazioni del sottosegretario Costa, avevamo chiesto tempestività nell'ordinanza e misure idonee a ridurre la pressione dei cinghiali", sottolinea l'assessore.

L'Oipa dichiara guerra al commissario Angelo Ferrari

Per pochi casi di peste suina e per le incursioni di cinghiali in alcuni abitati, dovute ad attività antropiche (per esempio il non corretto smaltimento dei rifiuti), si vogliono armare i cacciatori e risolvere nel sangue un problema che andrebbe affrontato in maniera scientifica e non sull’onda dell’emotività. Interviene così l’Organizzazione internazionale protezione animali dopo aver appreso che il commissario straordinario per l’emergenza Peste suina, Angelo Ferrari, vorrebbe il prolungamento dell’attività di caccia da tre a cinque mesi e far rideterminare le quote alle Regioni.

“Non riteniamo sia corretto prendere decisioni senza ascoltare le associazioni protezionistiche e, soprattutto, i ricercatori che da tempo affermano come la caccia al cinghiale moltiplichi la specie", è intervenuto il presidente dell’Oipa, Massimo Comparotto, che proprio oggi ha inviato un’istanza di audizione al commissario Ferrari, oltre che alla Regione Lazio e al Comune di Roma. L’Oipa ha poi confermato che valuterà la possibilità d’impugnare i provvedimenti che deregolamentino la caccia al cinghiale e ricorda che, secondo un parere chiesto agli esperti dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa), “la caccia non è uno strumento efficace per ridurre le dimensioni della popolazione di cinghiali selvatici in Europa. Ripetiamo: la questione va in maniera scientifica. Un serio piano di sorveglianza e prevenzione si può attuare non armando i “selettori”, persino deregolamentando l’attività dei cacciatori, ma con un monitoraggio sanitario degli animali morti che si trovino nel territorio nazionale", continua Comparotto. "Studi scientifici affermano che agli abbattimenti segue un aumento delle cucciolate".