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Roma
Pietro Maso, Elisa Claps e le bestie di Satana: “Giovani, carini e assassini”

di Patrizio J. Macci


"Non è tanto il delitto in se stesso che interessa, quanto ciò che si nasconde dietro" questa è la citazione della regina del Giallo Agatha Christie, scelta da Flaminia Savelli giornalista di nera e di cronaca romana, in apertura del suo quarto volume per i tipi della Newton Compton Editori "Giovani carini ma assassini".

 


Con questa premessa infila una galleria di omicidi, (uno dei pochi delitti nel quale il soggetto attivo e chi subisce il crimine usano il medesimo termine per essere definiti) che si contraddistinguono per la giovane età e per la scelta consapevole e radicale di diventare assassini per i motivi più disparati: per soldi, per noia o per esprimere la propria rivolta personale. Dagli anni '30 ad oggi un faccia a faccia con il male assoluto, la negazione della vita umana. La soppressione di una vita umana per opera di un altro essere umano, un delitto condannato da ogni legislazione nella storia.

L'obiettivo di finire sui manuali di criminologia i protagonisti dei delitti lo hanno raggiunto tutti, quelli che hanno commesso i loro omicidi nell'epoca wharoliana dei quindici minuti di celebrità hanno occupato gli schermi televisivi e le prime pagine dei giornali per giorni, alcuni per mesi interi con confessioni, ritrattazioni e mezze verità. Delitti che coinvolgono famiglie intere, religiosi, semplici cittadini e nei quali potrebbe trovarsi implicato chiunque per motivi molto spesso spiegabili esclusivamente facendo ricorso agli strumenti diagnostici della psichiatria, e la cui conclusione nelle aule dei tribunali ha spesso una coda più amara del delitto stesso.

Venti sono i killer raccontati dalla Savelli, uomini e donne che hanno ucciso a mani nude, con coltelli pistole oppure il primo oggetto a portata di mano. Tra loro alcuni che è impossibile non ricordare: Pietro Maso e i suoi amici, Elisa Claps, Erika e Omar, Le Bestie di Satana, Il branco di Leno, Le stragi di Ludwig, gli assassini del Circeo. Raccontati in maniera secca, ruvida, limitando la narrazione all'essenzialità dei fatti facendo parlare gli eventi e le citazione dei quotidiani dell'epoca per lasciare inalterata la fragranza orribile degli eventi.

Per il lettore che volesse approfondire i fatti, il testo è corredato da una robusta bibliografia e da un'indice dei nomi che permette di gustare il volume saltando da un caso all'altro guidati solo dalla curiosità e dalla memoria.

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