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Roma
Pirozzi sindaco Roma ci prova. “Da mesi penso solo ad Amatrice, ai miei morti”

di Fabio Carosi


Sergio Pirozzi sindaco: Roma seduce con la mossa a sorpresa dell'astuta Giorgia Meloni che ipotizza per lui un percorso da deputato o senatore alle prossime elezioni, ma Pirozzi il terremotato risponde all'amatriciana: “So' ragazzi”.

 

Una pietra tombale col sorriso di un uomo che ho conosciuto quando da primo cittadino di Amatrice si spendeva solo per gli amatriciani. E' teatralmente rustico perché obbedisce al cliché popolare ma è una persona che nasconde con la ruvidità di facciata un animo gentile e un po' timido. E soprattutto è una persona onesta e leale che ha reagito col cuore, la testa e l'orgoglio di fronte a una tragedia che ha investito la terra che ama e i cittadini che ama ancora di più.

Pirozzi non è scemo
Tra le tante qualità di Sergio Pirozzi c'è anche quella di essere un uomo intelligente: la sua felpa con la scritta “Amatrice”, ha fatto il giro del mondo e lui che ha capito che l'unico modo per ricostruire è trovare i soldi, ha ceduto la possibilità di vendere felpe “made in amatrice” agli amici commercianti di Rieti che ne hanno stampate a migliaia. Personalmente ne ho acquistata due proprio a Rieti poche settimane dopo la seconda serie di scosse. Ho chiesto e ottenuto dalla commessa la dichiarazione per l'uso del marchio e la destinazione dei fondi e me l'ha mostrata con grande orgoglio. Era firmata “Sergio Pirozzi sindaco di Amatrice”, primo cittadino di una città che non c'è più.

La felpa Amatrice
Da allora, rappresentando lo spirito addolorato di tanti romani, la indosso con orgoglio perché quella felpa non lo strumento di comunicazione inventato dal creativo Matteo Salvini, ma per la Capitale è il simbolo di una ferita aperta e di un brand quasi romano che ha fatto il giro del mondo.
Per l'idea che mi sono fatto di Pirozzi, è più facile che si candidi a sindaco di Roma sostenuto da una lista di amatriciani emigrati nella Capitale, piuttosto che si vada ad infilare in quel pertugio politico che genera la burocrazia che sta combattendo in prima persona. Ovvio dopo aver riconsegnato all'ultimo dei suoi concittadini la casa ricostruita e dopo essersi seduto al tavolo per arrotolare uno spaghetto all'amatriciana doc.
Pirozzi è un uomo di Destra che non lo ha mai nascosto. Di quella Destra di principi e valori che potrebbe stare tranquillamente a sinistra financo rifondare da solo un centro di ispirazione cattolica alla Sturzo. Si occupa di vivi, non dorme per i morti. Ecco perché alle trame della politica eternamente a caccia di volti porta-voti risponde serafico: “Da sei mesi e mezzo vivo solo ed esclusivamente per questo, se mi facessi distrarre da altro sarei un deficiente".

Le lusinghe di Giorgia Meloni
Magari la Meloni l'ha pure chiamato per testare il terreno e lui s'è sentito pure lusingato, ma prima della fine della telefonata le avrà fatto la proposta andare su ad Amatrice a dare una mano. Poi Dio provvede, intanto incassa manovalanza e una sponda per la sua battaglia per la ricostruzione. Chi pensa ad un seggio ad un uomo così ha capito poco del suo carattere. Ha capito poco anche chi specula su un uomo simbolo di un'Italia semplice e genuina, lavoratrice e onesta che dopo la paura si è rimboccata le maniche. Per piangere c'è sempre tempo e spazio nei programmi del pomeriggio.

Daje Sergio, rifai Amatrice più bella che pria.

 

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