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Roma
Più libri più liberi: la prima volta di Adelphi al secondo piano de La Nuvola

di Patrizio J. Macci

Adelphi Editore sbarca per la prima volta a Più libri più liberi, la fiera della piccola e media editoria e finisce in purgatorio, cioè al secondo piano della Nuvola dell'Eur.

Bisogna destreggiarsi tra stand di emittenti radio, gli incontri di un quotidiano affollatissimi e un emiciclo dove torme di ragazzini maneggiano delle carte da gioco e si avverte, prima della visone, l’inconfondibile odore della carta dei suoi volumi. Poi c'è l'apparizione estatica, una libreria composta solo di libri dell’Adelphi. La notizia è passata in sordina nei giornaloni, ed è invece la vera novità di questa fiera che ospita più di cinquecento case editrici. Nelle edizioni precedenti l’editore milanese non poteva partecipare alla manifestazione perché il gruppo Rcs ne deteneva una quota, e questo le faceva superare i requisiti economici per l’accesso in termini di fatturato.

Ora che la casa editrice è tornata nelle mani di Roberto Calasso, che ne detiene la maggioranza del capitale, le porte si sono spalancate. L’ultimo che arriva peggio alloggia dice il proverbio e la regola è stata applicata anche a quello che universalmente è riconosciuto come il principe degli editori italiani che nel suo catalogo ospita Milan Kundera, Oliver Sacks, le opere complete di Nietzsche in un’edizione filologicamente impeccabile e decine di altri autori. Tremila e ottocento titoli in catalogo oggetto di feticismo da parte dei suoi lettori alcuni dei quali arrivano ad acquistare due copie dello stesso libro, uno per leggerlo e l’altro per collocarlo intonso negli scaffali. Si racconta di arredatori che ricevono richieste di libri fake che ne emulano solo le coste a mero scopo estetico.

Adelphi attrae comunque e ovunque i suoi lettori disposti a scarpinare per una distanza pari a un campo di calcio per vedere e toccare i suoi libri, per cercare l’adelphino che manca alla loro collezione da anni, per scattarsi il selfie davanti a una quantità di libri che non potranno mai acquistare in una vita intera.La procedura di assegnazione dello stand “ha seguito le regole che valgono per tutti. Rigorosamente in base alle disponibilità” ha ribadito il direttore Fabio Del Giudice. Nonostante il turn over e gli abbandoni annuali la coda dei marchi che rimangono fuori ogni anno è di una quarantina. Allo stand dell’editore milanese sono troppo impegnati per rispondere a qualsiasi domanda, ma non nascondono l’emozione per l’accoglienza dei romani che sin dalle prime ore di apertura è stata molto calorosa. La casa editrice ha scelto oculatamente di affidare lo stand a dei librai doc, a ciascuno il suo mestiere. Alcuni editori interrogati a caso si trincerano dietro un laconico “no comment”, con il tono dell’allenatore di una squadra di calcio italiana che avesse subito l’immissione nel campionato di un team di una paese straniero composto solo da fuoriclasse.

Probabilmente il prossimo anno dalla posizione del secondo piano scenderà o forse no. La sua collocazione sarà stata un caso, ma vedere così tante persone agitarsi intorno ai libri fa pensare: il paradiso sta verso la fine di una nuvola.

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