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Roma
Placido Domingo a Roma, Teatro dell'Opera come il Bolshoi ai tempi di Breznev

di Enza Colagrosso

Con un ritardo degno di una prima donna, Placido Domingo si è presentato ai giornalisti, convocati per una conferenza stampa blindatissima, quasi si fosse al Bolshoi ai tempi di Breznev, per la presentazione del suo Gala “Noche espanola” che si terrà a Caracalla il 7 agosto.

 

Un incontro con i giornalisti dove praticamente non è stato possibile fare delle domande al Maestro, che torna a Roma dopo ben ventinove anni dopo l’ultima cantata, quella indimenticabile del 1990, con Luciano Pavarotti e José Carreras, quando incantarono il pubblico di Caracalla con le romanze dello spettacolo i “Tre Tenori”.

E’ stato così il Maestro, Placido Domingo a spiegare che torna a Roma, come cantante, interpretando una zarzurlas: “Era la musica che cantavano i miei genitori, e sono molto orgoglioso di essere un figlio d’arte. Mia madre ne ha interpretata una, poco prima che nascessi” “La zarzuelas, ha spiegato poi Domingo; è un po’ una sorella o una cugina dell’opera, e forse nel suo genere richiama l’operetta. Alterna al canto, il dialogo, sviluppando così trame dove non viene raccontato un dramma, ma storie a lieto fine in cui non muore mai nessuno”. A questo punto il Maestro non ha nascosto il suo timore, dopo tanti anni che ha cantato l’opera, di dover affrontare il passaggio dall’interpretazione dialogata, al canto.

I numeri che contraddistinguono il percorso artistico di Placido Domingo, che è reduce dai festeggiamenti a Verona dei suoi cinquant’anni di carriera, raccontano di 151 personaggi interpretati, tra cui quelli delle due opere che ha maggiormente, e in pari misura portato nei teatri: Otello e Tosca. Opere cantate da Placido Domingo ben 225 volte l’una e 225 volte l’altra.

Assente, nell’incontro con la stampa Arturo Chacon-Cruz, il tenore messicano che ha già più volte calcato la scena al fianco del Maestro, perché sembra fosse impegnato nelle prove, mentre era presente il soprano di origine cubana Ana Maria Martinez, blindatissima, da cui non è stato possibile raccogliere nessun commento sullo spettacolo.

Domingo ha promesso che tornerà prestissimo a cantare a Roma non lasciando più il pubblico del Teatro Costanzi orfano delle sue prestazioni. “La lirica è più che mai viva, in questo periodo” ha concluso poi il Maestro “Prima solo le grandi capitali avevano un Teatro che potevano ospitare la lirica, mentre oggi ogni città ne ha uno. L’opera non attrae più solo gli ultra 50enni o i 60enni, ma anche i 40enni e i 20enni. E nonostante molti colleghi affermino che questo genere di spettacolo stia tramontando, ritengo invece che l’opera ripartirà proprio dai giovani. Penso però che per avvicinarli meglio servirebbe più attenzione nella regia degli spettacoli. Il bello dell’opera deve poter essere raccontato nei minimi particolari della storia, e i giovani, per apprezzare fino in fondo questo genere, devono poter trovare un pizzico di tradizione”.

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