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Roma
Polenta e folclore. San Valentino di Quaresima sul lago

Credenze religiose e abitudini contadine: è da questo mix che, tanti secoli fa, a Castel di Tora prese il via la tradizione di festeggiare l’inizio della Quaresima con una grande polentata in piazza. Una consuetudine legata ai periodi di astinenza in vista della Pasqua e a un prodotto, la farina di mais, che per tanti secoli ha rappresentato la risorsa principale per le popolazioni della Valle del Turano fino alla realizzazione del bacino idroelettrico nel 1939. Quest’anno, poi, la prima domenica di Quaresima cade proprio nel giorno di San Valentino: un motivo in più per raggiungere, il 14 febbraio, questo splendido borgo della provincia di Rieti che aprirà le sue porte per la Festa del Polentone.

Un piatto semplice e gustoso, tipico della tradizione contadina, che viene condito con un prelibato “sugo di magro” a base di aringa, tonno, baccalà e alici: ovvero con tutto il pesce tradizionalmente ritenuto povero che però riesce a regalare alla ricetta un sapore unico. Basti pensare che Castel di Tora è uno dei sedici paesi che compongono l’Associazione Culturale dei “Polentari d’Italia”, uniti dalla stessa voglia di riscoprire le tradizioni e confrontarsi attraverso questo piatto. Ogni anno poi, gli organizzatori danno spazio a un’altra specialità locale nell’ambito di un progetto denominato “I sapori della nostra provincia”: dopo aver gustato a partire da mezzogiorno la polenta in una comoda struttura al coperto, i visitatori potranno assaggiare anche gli spaghetti all’amatriciana proposti dalla Pro Loco di Amatrice; e, tra un piatto e l’altro, assistere agli spettacoli folcloristici e musicali, oppure curiosare fra gli stand di prodotti locali e artigianato.
Il tutto all’interno di un contesto unico fatto di angoli caratteristici, scorci mozzafiato sul Lago del Turano e piccoli vicoli che conducono a piazzette ben curate. Fino al 1864 Castel di Tora si chiamava Castelvecchio, ma poi si decise di legare il suo nome a Tora, antico insediamento sabino nel quale avvenne – nel 250 d.C. – il martirio di Santa Anatolia: a lei è dedicato un santuario, che si erge su una collina attigua al borgo.

A cura di Fuoriporta

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