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Roma
Polizia con le mani legate: gli studenti occupano la scuola e nessuno fa nulla

 

di Diana Maltagliati

 

Gli studenti del Liceo scientifico Peano occupano la scuola: catene ai cancelli, banchi e sedie nel cortile per bloccare l'accesso agli estranei, striscioni per annunciare di aver preso l'istituto. Preside e docenti rimangono a presidiare la struttura, ma lo fanno senza l'appoggio delle forze dell'ordine. Abbandonati dallo stato e col rischio che gli studenti si feriscano, lanciano un appello alle autorità.

 

"Sono state fatte 5-6 telefonate alle forze dell'ordine. Io capisco che abbiano ben altro a cui pensare in questa città, ma è importante anche dare ai ragazzi l'impressione che ci siano altri a monitorare la situazione oltre alla mera docenza” spiega ad Affaritaliani.it Carmen Costanza, professoressa del Peano. La docente chiarisce come Polizia e Carabinieri siano arrivati sul posto nella mattina di martedì, ma se ne siano andati non potendo intervenire in alcun modo per mettere fine all'occupazione. I docenti però non si sono arresi e rimanendo davanti al liceo hanno continuato a chiamare, sollecitando un intervento: “L'opinione pubblica deve sapere che spesso non è colpa di scuola, preside e docenti. Spesso siamo abbandonati e messi in un angolo perché ci sono problemi più seri. Il punto è che potrebbe succedere anche qui qualcosa di più serio, se la situazione continuasse a non essere monitorata”, spiega l'insegnante.

La paura di cui parla è quella che gli studenti – che per la maggior parte sono minorenni – si facciano del male o addirittura vengano aggrediti da malintenzionati che possono sfruttare l'occupazione per accedere a spazi generalmente chiusi agli estranei. Un'inquietudine che trova le radici nel passato del Peano: “Pensi che due anni fa gli stessi occupanti hanno dovuto chiamare la Polizia per proteggersi da chi arrivava da fuori”, spiega Costanza.

La storia dello scientifico di via Francesco Morandini è costellata da occupazioni, ma è la prima volta che i docenti lanciano un serio allarme: “Gli altri anni ci siamo sentiti più protetti perché quantomeno la Polizia rimaneva insieme a noi e non ci abbandonava. Già la presenza delle forze dell'ordine è un deterrente – chiarisce Costanza – così invece ci troviamo con le spalle al muro”.

La scuola è stata occupata intorno alle 7 della mattina. Al loro arrivo gli insegnanti hanno trovato ad attenderli uno striscione bianco che recitava: “Liceo occupato” e le catene al cancello. Subito le chiamate alla Polizia e nonostante gli agenti si siano presentati, hanno dichiarato di avere le mani legate.
Fino alle 16 un folto gruppo di professori è rimasto ad attendere sviluppi, poi alcuni sono tornati a casa, rimanendo in contatto con gli altri docenti che, preoccupati, chiedevano ai colleghi di alternarsi per sostenere la preside Cristina Tonelli.

Secondo i professori non si tratta di un'azione politica e gli studenti stessi hanno dichiarato che stanno occupando perché la scuola è fatiscente. “L'istituto è una scuola normale – ci spiega Costanza – 4 o 5 anni fa sono cadute le controsoffittature, ma sono subito stati fatti i lavori. Non essendoci abbastanza soldi, le controsoffitatture sono state riposizionate soltanto in parte. La preside mi ha però spiegato che tra una quarantina di giorni verrà ripristinata l'intera controsoffittatura della scuola”.

Un tentativo di entrare, comunque, i professori lo hanno fatto: quando la Polizia si è allontanata, hanno rotto la prima catena, ma non sono riusciti a superare la montagna di banchi che bloccavano il cortile.
“Non è sempre la scuola a poter intervenire. Non è possibile che non abbiamo nemmeno l'aiuto dello Stato. È un pezzo di Stato abbandonato dallo Stato – dice scoraggiata Costanza e aggiungendo un augurio - Aspettiamo domani e vediamo quello che succede, sperando che stanotte non succeda nulla”.

 

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