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Roma

Lo hanno soprannominato “emendamento anti-Storace” ed era stato presentato nel bilancio regionale per impedire che l'house horgan del vicepresidente del Consiglio Regionale, Francesco Storace, continuasse a ricevere 18 mila euro di pubblicità istituzionale l'anno per il Giornale d'Italia che fa capo a lui e a una società controllata da un dipendente regionale.

 


Per evitare che venisse bocciato col maxiemendamento, è stato così trasformato dai consiglieri regionali Fabrizio Santori e Giancarlo Righini (Fratelli d'Italia)  in un'ordine del giorno con il quale “le somme destinarsi all'acquisto su giornali on line per fini di comunicazione istituzionale, possa essere corrisposte solo a seguito di bando pubblico teso a individuare le testate giornalistiche a maggiore diffusione, con criteri di selezione in base alla tiratura e al numero degli utenti e pagine visualizzate, munite di attestazioni rese da Società specializzate nella certificazione dei dati di diffusione”.

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