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Roma
"Processo" a Zingaretti, il centrodestra all'attacco in vista delle dimissioni

Si parte con i trasporti e si andrà avanti con la Sanità: il centrodestra romano avvia il processo politico a Nicola Zingaretti, pronto a lasciare la Regione Lazio dopo due legislature ininterrotte per passare alla Camera dei Deputati dove la sua elezione è ormai scontata.

E a dare “fuoco alle polveri” è il senatore Maurizio Gasparri che, con grande capacità di sintesi, ricostruisce 9 anni di Giunta Zingaretti, nel settore della mobilità. Per il centrodestra dopo anni di opposizione “morbida” parte all'attacco dagli ultimi anni della Giunta della Regione Lazio che ha “tolto” la gestione delle ex Ferrovie Concesse, tra le quali spiccano le disastrate Roma-Lido e Roma-Viterbo per “metterle nella pancia” di Cotral e Astral, aziende senza nessuna esperienza nel settore ferroviario.

Gasparri: "L'ultima parte del mandato..."

Scrive Gasparri in una lunga e puntuale nota: “Manifestiamo forte disappunto alla politica messa in atto da Zingaretti in questa fase di fine mandato, specie sull’affidamento in concessione delle ferrovie regionali”.

E poi ricostruisce le scelte di Regione Lazio, forte del portafogli rappresentato dal Fondo regionale dei trasporti: “La distribuzione del fondo nazionale trasporti ha penalizzato in questi anni le aziende di trasporto pubblico comunale, Atac in primis, la quale oltre a non ricevere quote sufficienti per il trasporto su gomma, ha gestito in concessione le Ferrovie senza la previsione di accantonamenti da parte della Regione Lazio per la manutenzione straordinaria delle infrastrutture”.

"Zingaretti ha usato il fondo dei trasoporti  contro la Raggi"

Nell'analisi di Gasparri c'è persino spazio per una difesa d'ufficio di Virginia Raggi: “Ma c’è di più, dopo aver usato la leva finanziaria contro le amministrazioni capitoline a guida non PD (commissario Tronca e sindaco Raggi), la Giunta regionale alla scadenza del suo mandato ha pensato bene di re-internalizzare la gestione delle Ferrovie non rinnovando la concessione ad Atac. Un atto politico che penalizzerà fortemente i cittadini romani e che rischia di condannare l’azienda capitolina di 12 mila dipendenti ad uno squilibrio finanziario strutturale, viste anche le difficoltà economiche dopo due anni di pandemia ed un contratto di servizio non aggiornato”.

Quindi la promessa: “Una volta al Governo di questo paese, avvieremo una programmazione integrata del trasporto pubblico locale, a partire dalla Roma Lido e Roma Viterbo, mettendo in sinergia i piani industriali delle aziende che operano su tutto il territorio della Regione Lazio, per una mobilità pubblica efficiente e sostenibile”.

Il Comitato dei pendolari Roma-Nord e il manifesto dei trasporti

E puntuale è arrivato il documento “politico” del potentissimo Comitato Pendolari Roma-Nord e della Roma-Lido che sintetizza le azioni mai fatte da Nicola Zingaretti. Scrivono i pendolari imbufaliti, quasi pronti a festeggiare le ormai prossime dimissioni del Governatore del Lazio e scrivendo di fatto un manfesto dei trasporti per Roma e il Lazio: “Non sappiamo chi verrà dopo di lui, ma è davvero difficile fare di peggio. Cosa avrebbe potuto fare Zingaretti e la sua Giunta appena insediati nel 2013? Avviare da subito l’acquisto di nuovi per la Roma Lido e la Roma Nord, senza aspettare. Non l'ha fatto perché doveva cedere la Roma Lido ai francesi di RATP. Mettere assessori competenti ai trasporti, invece abbiamo avuto Michele Civita e Mauro Alessandri, di spessore tecnico vicino allo zero. Operare un controllo stretto sull'operato di Atac intervenendo energicamente ai primi segnali di mala gestione e non coprirne le malefatte, fino a pagare (vuoto per pieno) anche le corse non effettuate. Abbandonare il progetto speculativo e devastante del c.d. Stadio, cioè il ben più grande Business Park a Tor di Valle, invece di sponsorizzarlo, lui e i suoi sodali. Poi a bloccarlo ci hanno pensato i cittadini e la magistratura, che gli ha addirittura arrestato l'assessore Civita. Ascoltare le proposte dei cittadini e dei Comitati per il miglioramento delle linee ex concesse. Invece si è sempre rifiutato di incontrare i portatori di interesse e di proposte. Investire subito nell'ammodernamento delle linee (stazioni, infrastrutture, ...) senza aspettare la scadenza di mandato, oltretutto finendo “lungoooo” di almeno 5 anni rispetto all’arrivo, a fine 2016, dei primi finanziamenti del Governo per i famosi e fumosi 180 milioni per la Lido e 154 per la Roma Nord (un tentativo goffo di poter utilizzare l'argomento in campagna elettorale regionale, che ha finito pure per far anticipare per garantirsi ... un futuro da parlamentare)”.

"La Roma-Lido e la Roma Viterbo lasciate nel degrado"

Ancora i pendolari: “Hanno lasciato degradare la Roma Lido e la Roma Viterbo fino a livelli di terzo mondo, senza intervenire su Atac come più volte richiesto dai Comitati Pendolari e da molta stampa attenta al disastro in corso (neppure osiamo ricordare la Roma Giardinetti, non più riaperta dopo Centocelle, nonostante le molte mozioni del suo stesso Partito, grazie alla mancanza di iniziative del suo amico in Regione e oggi Assessore capitolino Eugenio Patané). I numeri per la Roma Lido parlano chiaro e sono impietosi. Mettono con le spalle al muro Zingaretti, il suo partito PD ed anche tutti i partiti suoi alleati in Regione, vecchi e nuovi, che su questi temi non hanno mai aperto bocca perché non potevano giocarsi la comoda poltrona”.

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