Roma
Bellezza da punire e corpi da flagellare. Pellegrine, mistiche e dame, il Giubileo delle donne
di Patrizio J. Macci
Una storia del Giubileo al femminile le cui protagoniste sono spesso ignorate, trascurate o dimenticate.
"Donne e giubilei" di Caterina Fiumanò e Adriana Martinelli pubblicato dalle Edizioni Croce è un libro dove la Roma antica è solamente un ricordo, un fondale sfumato ma dove si staglia il Trono di Pietro e sopratutto il lavoro immenso e spesso insostituibile svolto dalle donne nei secoli.
La spiritualità della donna, le sue competenze e la sua creatività hanno influito, traendone a loro volta impulso ed arricchimento, sullo svolgimento dei giubilei nel corso dei secoli. La narrazione di come si sono comportate le donne nei loro spazi e qualè stato il loro ruolo all'interno delle manifestazioni nel corso del tempo. "Fiumi carsici di abnegazione, di coraggio e di ardimento" come le definisce Pietrangelo Buttafuoco nella dotta introduzione.
La ricerca prende in considerazione le mistiche e le devote, quelle dedite all'organizzazione della cultura e dell'assistenza e le numerose, spesso anonime, artigiane che con il loro spirito d'iniziativa hanno contribuito alla buona riuscita dell'ospitalità e dell'accoglienza romana.
Contadine, nobildonne, massaie e principesse. Una santità al femminile che molto spesso tortura e umilia la propria fisicità: il corpo è solamente un involucro e va punito attraverso la flagellazione della carne. Caterina da Siena e Rita da Cascia, che si sfiniscono di digiuni, autopunizioni corporali e penitenze, oppure di Brigida di Valdstena che si mette in viaggio per Roma su una cavalcatura di fortuna. Oppure le donne di spirito e di intelletto come la poetessa Vittoria Colonna, amica di Michelangelo dedita all'autoflagellazione con strumenti che si costruiva da sola, oppure come la pittrice Artemisia Gentileschi che dipinge le sue opere durante il Giubileo indetto da Urbano VIII.
Donne che aiutano altre donne e che favoriscono la nascita di confraternite per l'assistenza e l'istruzione di giovani meno abbienti. Le manifestazioni giubilari diventano occasioni per le donne più ricche di istituire un esempio di assistenza sociale ante litteram, e possibillità di istruzione gratuita da realizzarsi attraverso dazioni di denaro destinate a perpetrarsi nel tempo. Fino ai giubilei della modernità, dove il progresso e l'immagine prendono il sopravvento sull'idea originaria.