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Roma
Raggi, Atac e Ama: il male oscuro è la mala politica. Confapi all’attacco

Raggi, Atac e Ama: il male oscuro delle aziende pubbliche è la mala politica. La rivolta delle piccole e medie imprese contro il sindaco M5S, Confapi all’attacco: “Nella lettera inviata ai dipendenti delle partecipate sostiene tesi imbarazzanti. In tre anni di sua amministrazione Roma sempre più in basso”.

Ostinarsi a governare senza essere in grado; riversare i costi della cattiva amministrazione delle aziende pubbliche sui fornitori privati, trattati come il Male assoluto che usa le persone solo per il profitto. È questa la chiave di lettura che dà l'associazione delle piccole e medie imprese di Roma, Confapi, della surreale lettera del sindaco Virginia Raggi indirizzata ai dipendenti delle partecipate del Comune di Roma, ai quali il primo cittadino della Capitale d'Italia ha tentato di dare una lettura “movimentista” del caos che regna nella sua amministrazione di Roma.

Secondo Massimo Tabacchiera, presidente di Confapi, “siamo in presenza di una negazione della realtà. Raggi forte dei successi raggiunti in tre anni di amministrazione sempre più bassa, tenta di depotenziare lo sciopero generale del prossimo 25 ottobre, sostenendo tesi imbarazzanti. Sorvola sui continui cambi di management delle società pubbliche e da paladina del neo statalismo demonizza il ruolo delle imprese privata nella crescita dello Stato”.

Ecco cosa accade in verità in tutte le aziende del Comune di Roma.

Atac. La salvezza tanto decantata dalla Raggi in configurazione “manager illuminato” sarà possibile solo grazie al concordato fallimentare in cui il Comune socializza sui fornitori una gestione dissennata. Per chi non lo avesse ancora capito, saranno i creditori dell'Atac che pagheranno i debiti e sono decine e decine le aziende che rischiano di fallire perché la “res pubblica” ha prima acquistato servizi e poi li pagherà nel tempo a prezzi non di mercato. E' come tradire le gare d'appalto, cambiando in corsa le regole del gioco. Per salvare Atac si metteranno in ginocchio tante piccole e medie imprese che dovranno chiudere e quindi licenziare.

Ama. Il debito monstre da 1 miliardo di euro, porta l'azienda dei rifiuti diritta verso il fallimento. In alternativa si aprirà un altro concordato sempre sulla pelle dei fornitori e dei loro dipendenti.

Roma Multiservizi. La falsificazione dei report sulla raccolta dei rifiuti nel Centro storico chiama in causa sia il Comune che l'Ama. Si chiama “omesso controllo”, oppure incapacità gestionale. Il Sindaco denunci in Procura anche se stessa per incapacità di controllare i servizi.

Roma Metropolitane. Invece di controllare i conti, la stazione appaltante del Comune sarà liquidata e i dipendenti non sanno quale sarà il loro futuro. In questo caso la campionessa del mondo del realismo socialista ha individuato una strada sulla pelle delle persone, romane e romani che hanno lavorato per dare alla città quel poco di infrastrutture che vediamo.

Asili nido. Gli extracosti da 39 milioni di euro in 6 mesi per le assenza del personale, sono la riprova dell'incapacità gestionale. Se il sistema pubblico non funziona, un Comune che deve erogare servizi ha l'obbligo di farlo, rivolgendosi ai privati, con gare d'appalto serie e capitolati nel segno dell'efficienza. In questo caso sarebbe bastato ampliare la rete delle convenzioni per aver risparmi stimabili anche nel 50%.

Pubblico è bello, privato no

La demonizzazione post comunista delle imprese private è sinonimo di arretratezza culturale e serve solo a nascondere le responsabilità. Nei Paesi evoluti, si amministra ricorrendo alle risorse migliori, siano esse pubbliche o private. La rete di piccole e medie imprese di Roma, del Lazio e dell'intero Paese, sono un concentrato di efficienza e capacità e se hanno resistito alla crisi economica è dovuto proprio alla loro natura votata al risultato finale: sia esso prodotto o servizio.

“Il Campidoglio della Raggi esca dal clima da Caduta dell'Impero Romano nel quale vive. Invece di risanare aziende decotte, avvii una stagione di qualità dei servizi. Imparando dai privati”, conclude il presidente di Confapi Roma, Massimo Tabacchiera.

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