Roma
Raggi licenzia Marra e conferma Muraro. “La Giunta va avanti”


Il sindaco Virginia Raggi licenzia il vicecapo di gabinetto Raffaele Marra e lo destina “ad altro dipartimento”. Mantiene invece al suo posto l'assessore all'Ambiente Paola Muraro, al centro della bufera per aver ammesso di sapere dell'indagine nei suoi confronti in corso da parte della Procura di Roma. E annuncia che la Giunta va avanti.
“Saranno i pm a decidere se c’è una ipotesi di reato o si va verso una richiesta di archiviazione. Non i partiti o qualche giornale”, dice la Raggi nell'ennesimo video messaggio su fb, con cui intende spiegare ai cittadini “cosa è accaduto, o meglio, cosa sta accadendo. Intanto, l’assessore deve continuare ad impegnarsi per ripulire la città. E si metta fine alle polemiche.”.
La giornata è convulsa. Nel pomeriggio Beppe Grillo, che inizialmente aveva annunciato il suo arrivo a Roma per un incontro in un luogo riservatissimo, opta invece per una telefonata con la prima cittadina asserragliata in Campidoglio, per farsi dare la sua versione dei fatti, soprattutto sulla vicenda Muraro.
Nessun incontro quindi: Grillo preferisce dribblare Roma e catapultarsi invece a Nettuno dove è in programma il vertice con il direttorio del Movimento Cinque Stelle.
Alle 18.20 circa Virginia raggi rompe il silenzio e decide di apparire, ancora una volta, con la sua bella faccina sulla bacheca di facebook.
Il video messaggio
Facciamo chiarezza. Voglio spiegare con semplicità cosa è accaduto o, meglio, cosa sta accadendo. Stiamo aspettando di leggere il fascicolo della procura che riguarda l’assessore all’Ambiente Paola Muraro. Le ho imposto, per senso di responsabilità nei confronti dei cittadini – che vengono prima di tutti - , di lavorare per mantenere pulita Roma.
In merito alla sua posizione non c’è un fatto, un riferimento temporale o un luogo o una circostanza specifica per capire di che si tratta. Non c’è altra informazione. Lo ripeto: vogliamo leggere le carte. Ci auguriamo e chiediamo che arrivino quanto prima.
E siate certi che nel caso ravvisassimo profili di illiceità, agiremmo di conseguenza. Sconti non ne abbiamo mai fatti a nessuno e continueremo a non farli.
Lo dico chiaro a tutti: saranno i pm a decidere se c’è una ipotesi di reato o si va verso una richiesta di archiviazione. Non i partiti o qualche giornale. Intanto, l’assessore deve continuare ad impegnarsi per ripulire la città. E si metta fine alle polemiche.
Non è passato giorno senza che ci sia un attacco, un’accusa. Io ho le spalle larghe e non ho paura. Voglio migliorare Roma. Sono stati giorni e notti di lavoro senza sosta. Mi sto dedicando anima e corpo alla città. Siamo dei cittadini chiamati a ricostruire dopo 30 anni di cancrena di un sistema politico corrotto.
Inoltre, ho deciso di prendere dei provvedimenti per la riorganizzazione della macchina amministrativa. Ma ora Roma ha bisogno di altri e più urgenti interventi. Io e la mia giunta siamo stati chiamati a lavorare per questo. Diamo fastidio a qualcuno ma nessuno ci fermerà.
Il caso Di Maio
Sul caso Muraro rischia di perdere la faccia pure il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio. Una email confermerebbe il fatto che anche lui sapesse che l'assessore Muraro era indagata. La missiva sarebbe stata spedita da Paola Taverna a Di Mio lo scorso 5 agosto per chiedere di condividere questa informazione con gli altri componenti del direttorio nazionale. Di Maio ha dichiarato di aver letto quella email ma di aver “frainteso”: un errore che potrebbe costare caro al grillo con aspirazioni da premier.