Raggi e l'M5S: “Votati all'autodistruzione, la democrazia interna è morta” - Affaritaliani.it

Roma

Raggi e l'M5S: “Votati all'autodistruzione, la democrazia interna è morta”

Piattaforma Parelon, l'ultima speranza per restituire il potere agli attivisti del Movimento

Virginia Raggi, Marcello De Vito, Daniele Frongia, Roberta Lombardi e il Marra-gate dei fratelli Renato e Raffale: gelati da mesi e di veleni, gli attivisti della base vanno al contrattacco con un processo pubblico in difesa della democrazia interna che non c'è più.

 


E sarà battaglia all'assemblea degli iscritti del Tavolo Cultura Roma M5S che già da mercoledì stanno affilando le armi. Un post su tutti sintetizza l'atmosfera che si respira  e che vede sul banco non tanto Virginia Raggi e i sette mesi di governo più pazzo di Roma, quanto la gestione verticistica del Movimento. In poche parole, il caos che regna nel Movimento di Governo avrebbe un solo nome: assenza di democrazia.

La bomba di Sabetta
La “bomba al vetriolo” la confeziona Emanuela Sabetta, con una sintesi feroce: “Il 5 febbraio cadranno tutte le maschere”. Scrive Sabetta: “Sento molti attivisti anche storici nel M5S romano, lamentarsi e strapparsi le vesti dicendo "La Raggi ha distrutto anni di lavoro", "Il danno di immagine che ha fatto la Raggi non lo recupereremo più" o "La Raggi ha spaccato il movimento romano"... No cari miei, non è di Virginia Raggi la colpa, ma VOSTRA”.
E per chi non avesse capito l'aria che tira spiega: “Sono 4 anni che io e un grosso gruppo di attivisti chiediamo a gran voce che le decisioni del M5S a Roma non vengano più prese da pochi in una stanza, ma si introduca uno strumento di democrazia interna.  Sono 4 anni che vi diciamo che non si gestisce un movimento politico come il nostro con i metodi verticistici della vecchia politica, perché nessun individuo, eletto o attivista cinquestelle, ha le capacità o l'autorità per decidere da solo, ma le decisioni debbono sempre essere prese o approvate collettivamente dalla base.  Sono 4 anni che vi diciamo che se non trasformiamo le parole in fatti e non applichiamo anche a noi stessi i principi di democrazia diretta che andiamo decantando agli altri partiti, la deriva morale e la competizione per il potere ci faranno degenerare in partiti tradizionali? Con la differenza che almeno loro essendo criminali di mestiere sanno come coprirsi le spalle gli uni con gli altri per poter continuare a delinquere, noi invece finiamo sui giornali il giorno dopo anche per un parcheggio in divieto di sosta”.

Quattro anni di lavoro inutile
E a proposito dei veleni interni, aggiunge: “Sono 4 anni che le migliori menti del movimento romano si fanno in quattro per spiegarvi che una piattaforma democratica online per votare e decidere è assolutamente necessaria per dirimere le questioni interne in modo trasparente e democratico, invece di lasciare che si creino spaccature insanabili o che queste vengano affrontate con squallidi processi tenuti segreti agli stessi iscritti come quello che degli irresponsabili (per non dire altro) hanno fatto a Marcello DeVito. Sono 4 anni che un gruppo di attivisti del tavolo di lavoro informatica e web ha messo in cantiere, lavorando gratuitamente, una piattaforma open source, Parelon, progettata a misura del movimento e di tutti i partiti di democrazia diretta, proprio per poter garantire una piattaforma di voto sicura e trasparente. Piattaforma che dopo tante fatiche è stata ignorata dai vertici del movimento romano, quasi fosse una minaccia alla loro sovranità”.
Secondo Sabetta, “Se adesso ci sono attivisti romani che piangono le conseguenze della loro scelta di aver chiuso la porta alla democrazia interna ed aver preferito che le persone, come la Raggi, decidessero da sole, beh allora queste persone non hanno che da prendersela con sé stessi. Guardatevi allo specchio e vedrete la faccia arrogante e miope di chi ha causato questo disastro”.

L'ultima spiaggia del Movimento
Infine, la sfida: “Avete un ultima possibilità di rimediare al vostro errore, e questa si presenterà il 5 febbraio all'assemblea romana. Se non deciderete di dotare il m5s romano di una democrazia interna in occasione di quella assemblea, dopo tutto quello che è successo, allora vorrà dire che ai principi del m5s non avete mai creduto, e che se il movimento si autodistruggerà a voi non importa nulla.  Il 5 febbraio le maschere cadranno, e vedremo chi è per la democrazia e chi no”.