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Roma
Raggi e “mi fate pena”: Isabella Rauti dà lezioni di privacy al sindaco

Isabella Rauti contro Virginia Raggi su privacy, vita da sindaco, figli esposti in Consiglio Comunale e insulti ai giornalisti. La moglie di Gianni Alemanno, ex first lady del Campidoglio, sceglie la comunicazione social per “dare una lezione di vita” alla giovane sindaco di Roma. Il tema è sempre lo stesso, il tormento Raggi-giornalisti-fotografi che hanno fatto infuriare il primo cittadino sino ad arrivare all'espressione “mi fate pena” che ha fatto il giro del mondo.

La Rauti dà una lezione di privacy per i personaggi pubblici che si apre con toni affettuosi: “Cara Virgina...”. E racconta di come il figlio anche quando era minorenne, sia stato oggetto delle attenzione della stampa. Quindi alcuni consigli “pratici”: “Abituati alla sovraesposizione, all'assalto ed all'assedio; e non solo a quello mediatico ma a quello delle urgenze, delle emergenze e delle esigenze dei cittadini perché questo è ed è giusto”; quindi una conclusione “più politica”: “ Lascia a casa Virginia e manda la Raggi - se esiste - al Campidoglio.  Per la Capitale d'Italia il sacrificio vale la pena. Oppure, e ancora meglio , restate a casa tutte e due”.

Leggi il testo integrale del post di Isabella Rauti

“Ciao Virginia Raggi scelgo Facebook come fai tu, come fa tuo marito, come facciamo tutti, per comunicare stati d'animo e considerazioni.
Non ti ho votata e me ne vanto e non saresti mai il mio Sindaco né quello della mia città ma non è di questo, né di quello che non stai facendo o pasticciando o "assessorando" , che voglio parlare.
Voglio,invece, spiegarti che quando si ricopre una posizione di rilievo - e la tua in particolare - purtroppo non esiste privacy nè per te , nè per la tua famiglia; avi, ascendenti e discendenti compresi! La tua retorica della Sindaca della normalità (vado a fare la spesa, sbatto il Tappetino dal terrazzo in pigiama , butto personalmente la spazzatura etc ) è un'ipocrisia e comunque un lusso - sappilo - che ti viene negato nel momento stesso in cui accetti la sfida di governare una città .
Certo tuo figlio merita rispetto e discrezione, ti capisco; per il mio - allora minorenne - non è stato così, quando suo padre era Sindaco e non è stato così neppure per me, nè per la mia famiglia, nè per la famiglia di origine di mio marito. Ti diró di più, basta essere la "first lady" di Roma - come mio malgrado mi definivano per convenzione - senza essere Sindaco, per perdere la libertà personale e il diritto alla quotidianità ed alla privacy .
Ma anche a questo dovevi pensarci prima e prendere le misure; potevi evitare - ad esempio - di esibire tuo figlio sullo Scranno più importante, nel giorno dell'insediamento al Campidoglio, davanti agli stessi giornalisti e fotografi che oggi "ti fanno pena "; non ci hai pensato mentre puntavi tutto sul tuo impatto mediatico e sull'immagine della "prima donna sindaco di Roma e mamma" che rivoluziona l'iconografia della comunicazione? Evidentemente non ci hai pensato! E un'altra cosa , abituati - se resisti lì dove sei arrivata - alla sovraesposizione, all'assalto ed all'assedio; e non solo a quello mediatico ma a quello delle urgenze, delle emergenze e delle esigenze dei cittadini perché questo è ed è giusto; e se ti regge la pompa cerca di fare il tuo dovere, cerca di essere all'altezza della situazione e non ti concedere crisi di nervi e capricciosi sfoghi poco istituzionali che ti ridicolizzano. E un'altra cosa potresti fare - non so se mi intendi - potresti provare ad essere più umile e a metterti al servizio della Città. Lascia a casa Virginia e manda la Raggi - se esiste - al Campidoglio.
Per la Capitale d'Italia il sacrificio vale la pena. Oppure, e ancora meglio , restate a casa tutte e due".

 

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