Raid contro gli jihadisti italiani: due arresti anche a Roma - Affaritaliani.it

Roma

Raid contro gli jihadisti italiani: due arresti anche a Roma

Doppia operazione contro il terrorismo internazionale e per la prima volta compare in Italia una cellula di affiliati all'Isis, composta anche da italiani convertiti all'Islam. Due le inchiesta partite dalle procure di Milano e Roma e condotte la prima della Polizia di Stato con la Digos e la seconda dai Ros dei Carabinieri.
Proprio il nucleo speciale dei Carabinieri ha arrestato due maghrebini a Roma, accusati di associazione con finalita' di terrorismo internazionale aggravata dalla transnazionalita' del reato. Un terzo indagato e' gia' detenuto per reati di terrorismo in Marocco.

L'indagine e' la prima in Italia riguardante uno dei forum affiliati ad al-Qaida, creati a partire dalla prima meta' degli anni 2000 da simpatizzanti dell'organizzazione fondata da Bin Laden, al fine di sostenerne il programma terroristico. Lo scopo di tali forum - spiegano gli investigatori - e' di "diffondere l'ideologia di al-Qaida allo scopo di formare nuovi proseliti". Il tunisino Ahmed Masseoudi, aveva registrato presso una societa' statunitense il dominio "i7ur.com", acronimo arabo di "Ashak al-Hur", in italiano "Amanti delle vergini", denominazione fortemente simbolica, in quanto le Hur sono le vergini assegnate in Paradiso ai martiri morti in battaglia.
Secondo gli investigatori, il forum offriva "una serie di contenuti, da quelli prettamente ideologici, quali video dei leader di al-Qaida o fatwe emesse da ulema affiliati all'organizzazione, a quelli piu' specificamente operativi, come testi apologetici del terrorismo, commenti inneggianti agli autori di attentati terroristici al fine di indurre il compimento di altri, sia in Occidente, sia nei Paesi musulmani i cui governi sono ritenuti 'apostati'"

Gli indagati avrebbero fornito il proprio sostegno mediatico agli attentati parigini dello scorso gennaio, esaltando l’azione dei fratelli Kouachi presso la sede del periodico satirico “Charlie Hebdo” ed i successivi atti terroristici di Coulibaly nei confronti di due agenti di polizia e ai danni di dieci persone sequestrate.
I membri dell’associazione avevano tradotto la comune adesione all’ideologia di al-Qaida in un programma di jihad mediatica che rappresenta, per loro stessa ammissione, un percorso di passaggio verso la jihad violenta e il terrorismo. Le attività di intercettazione telematica hanno permesso di definire le attività del gruppo, nato e sviluppatosi nel mondo virtuale di Internet, registrandone l’adesione totale alla strategia terroristica qaidista, diffondendone il materiale propagandistico e attivando processi di radicalizzazione sempre più estremi.