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Roma
Rebibbia, detenuta morta impiccata: è il quinto suicidio in meno di un mese

Una detenuta della Casa circondariale di Rebibbia si è tolta la vita nella notte impiccandosi. A dare l'allarme, un agente della polizia penitenziaria che ha trovato il suo corpo all'alba di venerdì. Si tratta del quinto suicidio in meno di un mese, nel carcere.

 

“La donna si è suicidata in cella venerdì mattina all’alba, impiccandosi. L’agente di polizia penitenziaria di servizio si è accorta dell’accaduto e ha dato l’allarme. Purtroppo sono stati vani i tentativi di soccorso per rianimarla”, spiega Maurizio Somma, segretario nazionale Sappe (Sindacato autonomo di Polizia penitenziaria).

La donna era detenuta in carcere con l'accusa di omicidio. Ancora non si conoscono i motivi che l'hanno spinta a togliersi la vita, ma secondo fonti interne si sarebbe trattato di un soggetto con problemi psichiatrici: "Il carcere femminile ha un sovraffollamento di circa 50 detenute. Inoltre - dichiara il Segretario Generale Aggiunto Cisl Fns Massimo Costantino - soggetti con problemi psichiatrici, tranne chi deve scontare una pena per gravi reati, non andrebbero reclusi in carcere ma in strutture esterne. La polizia penitenziaria, nonostante sia sotto organico in molti istituti penitenziari, fa il possibile per mettere in sicurezza e prevenire che episodi come questo possano capitare".

Il Sappe denuncia una situazione ai limiti: “Questo è il quinto suicidio in carcere di un detenuto dall’inizio dell’anno, il quinto! E conferma come i problemi sociali e umani permangono nei penitenziari, lasciando isolato il personale di polizia penitenziaria a gestire queste situazioni di emergenza. Il suicidio è spesso la causa più comune di morte nelle carceri e le soluzioni adottate fino ad oggi si confermano inefficaci e inutili”.

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