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Roma
Regeni al Cairo dava fastidio. "Fotografato tra i sindacati"

L'11 dicembre scorso, quasi al termine dell'incontro organizzato al Cairo presso il Centro Servizi per i Lavoratori e i Sindacati egiziani, qualcuno, "fuori contesto", perche' non inserito nel dibattito di quel giorno, scatto' una fotografia a Giulio Regeni, l'unico occidentale presente a quell'assemblea. La circostanza turbo' non poco il 28enne ricercatore di origine friulana trovato morto a fine gennaio lungo una strada, non molto distante da una caserma dell'esercito egiziano.
Regeni parlò della circostanza agli amici esponendo loro la propria preoccupazione. L'episodio, ritenuto significativo dalla Procura, e' emerso dalle testimonianze rese nel pomeriggio da tre ricercatori italiani, amici di Regeni, sentiti dal pm Sergio Colaiocco, titolare dell'inchiesta per omicidio.

"Regeni - hanno dichiarato al magistrato i tre ricercatori, rientrati in tutta fretta dall'Egitto - si era accorto, durante quell'assemblea, di essere stato fotografato. Il fatto lo aveva molto preoccupato". Ma una volta rientrati al Cairo dopo le vacanze di Natale, cio' che piu' interessava ai ricercatori italiani, Giulio Regeni compreso, era quello che sarebbe potuto succedere il 25 gennaio, anniversario della rivoluzione anti Mubarak. Dopo quella data "la vita di tutti poteva riprendere tranquilla". I tre testimoni hanno ribadito al pm di non aver mai "percepito concreti segnali di pericolo", pur essendo tutti consapevoli del difficile clima, politico e sociale, che respirava nella capitale egiziana.

Giulio fece un resoconto di quel dibattito in un articolo pubblicato il 14 gennaio successivo dal blog di Nena News, usando uno pseudonimo. La Procura di Roma, che sta indagando per costruire il quadro di relazioni di Regeni in Egitto ipotizza che quell'articolo, molto critico nei confronti del regime di Al Sisi perche' annunciava con favore un'ondata di scioperi da parte del sindacato indipendente, non sia stato affatto gradito dalle autorita' locali.
Questa pista, seguita dagli investigatori italiani, sta prendendo sempre piu' corpo. "Giulio Regeni - si spiega in ambienti giudiziari - faceva vita riservata e tranquilla, non svolgeva attivita' illecite, perche' era tutto preso dalla sua attivita' di ricercatore interessato alle tematiche socio-economiche dell'Egitto. L'articolo scritto su quel blog in cui si criticava la circolare del governo egiziano che andava a regolamentare in modo piu' restrittivo l'azione dei sindacati potrebbe aver dato certamente fastidio a qualcuno".

Il 'pool' di investigatori italiani, di Ros e Sco, incaricati dalla Procura di Roma di svolgere una serie di accertamenti in Egitto, e' andato oggi con la polizia locale a perlustrare il luogo dove e' stato ritrovato il cadavere di Giulio Regeni, lungo la strada che collega il Cairo ad Alessandria. Domani intanto si svolgeranno a Fiumicello i funerali del giovane ricercatore. Dopo il nulla osta firmato dal pm Sergio Colaiocco, la salma ha lasciato Roma nella tarda mattinata.

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