Roma
Regeni fermato dalla Polizia egiziana prima della morte. Il Pm ai funerali
La polizia egiziana identifico' Giulio Regeni prima del 25 gennaio scorso, giorno in cui Gennaro Gervasio, docente alla British University, denuncio' la scomparsa del 28enne ricercatore originario di Fiumicello con cui aveva concordato un appuntamento. L'informazione, riferita nei giorni scorsi agli investigatori in Italia e al Cairo da soggetti la cui attendibilita' deve essere verificata, e' ora al vaglio della Procura di Roma. Il pm Sergio Colaiocco e' impegnato a ricostruire il quadro delle relazioni di Regeni in Egitto e tutti i suoi movimenti nei giorni che hanno preceduto la scomparsa e sara' presente ai funerali di Giulio Regeni.
Il magistrato della Procura di Roma, che ha aperto un'inchiesta per omicidio a carico di ignoti, approfittera' della trasferta in terra friulana per raccogliere ulteriori testimonianze di chi conosceva il 28enne ricercatore di Fiumicello, trovato morto a fine gennaio lungo una strada del Cairo, non molto distante da una caserma dell'esercito egiziano.
Il pm, assieme agli investigatori del Ros, oltre a Gennaro Gervasio, tutor di Regeni, ha ascoltato tre ricercatori italiani che hanno riferito delle preoccupazioni del giovane accortosi di essere stato fotografato da un soggetto "fuori contesto" durante un'assemblea dei sindacati indipendenti egiziani dell'11 dicembre scorso.
"Regeni - hanno dichiarato al magistrato i tre ricercatori, rientrati in tutta fretta dall'Egitto - si era accorto, durante quell'assemblea, di essere stato fotografato. Il fatto lo aveva molto preoccupato". Ma una volta rientrati al Cairo dopo le vacanze di Natale, cio' che piu' interessava ai ricercatori italiani, Giulio Regeni compreso, era quello che sarebbe potuto succedere il 25 gennaio, anniversario della rivoluzione anti Mubarak. Dopo quella data "la vita di tutti poteva riprendere tranquilla". I tre testimoni hanno ribadito al pm di non aver mai "percepito concreti segnali di pericolo", pur essendo tutti consapevoli del difficile clima, politico e sociale, che respirava nella capitale egiziana.
Giulio fece un resoconto di quel dibattito in un articolo pubblicato il 14 gennaio successivo dal blog di Nena News, usando uno pseudonimo. La Procura di Roma, che sta indagando per costruire il quadro di relazioni di Regeni in Egitto ipotizza che quell'articolo, molto critico nei confronti del regime di Al Sisi perche' annunciava con favore un'ondata di scioperi da parte del sindacato indipendente, non sia stato affatto gradito dalle autorita' locali.
Questa pista, seguita dagli investigatori italiani, sta prendendo sempre piu' corpo. "Giulio Regeni - si spiega in ambienti giudiziari - faceva vita riservata e tranquilla, non svolgeva attivita' illecite, perche' era tutto preso dalla sua attivita' di ricercatore interessato alle tematiche socio-economiche dell'Egitto. L'articolo scritto su quel blog in cui si criticava la circolare del governo egiziano che andava a regolamentare in modo piu' restrittivo l'azione dei sindacati potrebbe aver dato certamente fastidio a qualcuno".