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Roma
Regina Coeli: tenta di evadere saltando un muro. Fermato dagli agenti

Un detenuto del carcere Regina Coeli ha tentato di evadere scavalcando un muro divisorio tra due sezioni dell'istituto. Un operatore sanitario lo ha notato e ha avvertito gli agenti della Polizia Penitenziaria che lo hanno fermato.

E' accaduto di giovedì 10 novembre. Il detenuto, uno straniero richiuso nella Terza Sezione del carcere, approfittando della presenza di un solo agente della Polizia Penitenziaria che doveva fare la guardia a 200 detenuti, si è arrampicato su un muro per poi calarsi dal muro della sezione limitrofa.

Secondo gli inquirenti il suo scopo era recuperare qualcosa nell'altra sezione. Poco dopo l'uomo ha cercato di fare il percorso inverso, per tornare alla propria sezione. A quel punto un operatore sanitario ha notato i movimenti del detenuto e ha subito avvertito gli agenti della Polizia Penitenziaria che lo hanno subito fermato.

La denuncia del sindacato Sappe

Il Sappe, il sindacato autonomo della Polizia Penitenziaria, denuncia da tempo le falle del carcere Regina Coeli, dovute alla mancanza di personale. “Il detenuto - ha detto il segretario Maurizio Somma - ha evidentemente approfittato di questa cronica carenza di controllo per effettuare il movimento. Il tutto ad un mese o poco più dal rocambolesco tentativo di evasione messo in atto nello stesso istituto da un altro detenuto che era arrivato quasi a scavalcare il muro di cinta”. “Gli Agenti di Polizia Penitenziaria - aggiunge Somma - denunciano da tempo le difficoltà date dall’operare in formazione singola, soprattutto di mattina, proprio nella Terza Sezione del carcere di Regina Coeli dove ciò più spesso accade, nonostante il regime aperto, l’altissimo numero di detenuti presenti e la suddivisione su quattro piani che rimangono privi di qualsiasi presidio, fatta eccezione per il piano terra, praticamente per tutta la giornata”.

“Ancora una volta il Sappe denuncia le condizioni disagiate in cui si trova ad operare il personale di polizia penitenziaria di Regina Coeli - ha detto Donato Capece, segretario nazionale del Sappe - nonostante un grandissimo e non comune senso del dovere e spirito di appartenenza al Corpo. Tra gli agenti ci si domanda però fino a quando quel pizzico di fortuna che è servita anche ieri continuerà ad assistere questo sventurato carcere“.

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