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Roma
Rifiuti e bus, Roma è la città dei roghi. Ma dalla Raggi zero reali soluzioni
Foto da Romafaschifo

di Federico Bosi

Rifiuti e bus a fuoco, l'annus horribilis di Roma. I bilanci 2019 sui roghi di Ama ed Atac eleggono la Capitale come la città dei roghi, una città dove quasi una volta al giorno i vigili del fuoco devono intervenire per spegnere o un cassonetto o un autobus. Ma il sindaco Raggi si limita a proclami social dimenticandosi di annunciare reali soluzioni.

 

Oltre 350 cassonetti Ama a fuoco e 29 bus di Atac e Roma Tpl. Succede a Roma, nel 2019. Una città in piena emergenza rifiuti e trasporti. Solo nell'ultima settimana, cassonetti bruciati a Prati, Cinecittà, Tufello, Portonaccio, Balduina e Don Bosco. A divulgare il triste bilancio su cassonetti “flambé” è proprio l'Ama, che in una nota scrive: “Dall’inizio del 2019 ad oggi sono stati oltre 350 i cassonetti stradali Ama da 2.400 litri bruciati e resi non fruibili, con punte di oltre 130 in VII municipio. Nel 2018 erano stati oltre 500 i contenitori stradali dati alle fiamme con un danno stimato per il ripristino di cassonetti fruibili in sostituzione pari a oltre 250 mila euro”.

Quale è stata la soluzione del sindaco Raggi ai dati shoccanti di Ama? Nessuna. Anzi, no. C'è stato il solito post su Facebook, in cui Raggi ripropone la notizia, la commenta e poi il nulla: “A pochi giorni dagli episodi avvenuti nel Municipio IV, oggi torno a parlarvi di un altro attacco, stavolta nel Municipio VII: cassonetti e automobili dati alle fiamme. Questi criminali pensano di intimidirci ma noi non ci spaventiamo e non arretriamo di un millimetro”. Raggi pianta i piedi, non arretra, ma non è di certo così che si eviteranno nuovi roghi di cassonetti.

“Voglio che sia chiaro – continua il sindaco di Roma – che atti di questo tipo non danneggiano solo l'Amministrazione, ma i cittadini onesti che loro malgrado devono assistere a episodi simili. Il danno è collettivo e tocca tutti. Dall'inizio del 2019 a oggi sono stati bruciati più di 350 cassonetti Ama e nel 2018 erano stati oltre 500. Sono numeri sconcertanti a cui rispondiamo con l'immediata pulizia della strada e la sostituzione dei cassonetti distrutti. Stiamo inoltre intensificando il controllo nelle periferie: sono in arrivo 325 nuovi agenti della Polizia Locale che si aggiungeranno ai 1.000 che abbiamo già assunto”. Raggi prova a sanare la cosa con un “contentino”, l'annuncio di nuovi vigili nelle periferie, senza però dire quando. Tra una settimana? Tra un mese? Tra un anno? Nessuno lo sa. Quel che è sicuro che 325 nuovi vigili non è la soluzione per stroncare la moda di dar fuoco ai cassonetti, salvo che questi non vengano “messi in strada” ed h24 alla sorveglianza dei secchioni.

Per non essere da meno, anche i bus romani amano incendiarsi. Questa volta però non è per opera di piromani, ma a causa della scarsa o assente manutenzione dei mezzi del trasporto pubblico romano. Anche qui, negli ultimi quattro giorni tre “flambus”: venerdì è toccato ad un bus Atac che rientrava nel deposito di Tor Vergata, sabato al sabato al 555 della Roma Tpl a Nuova Ponte di Nona e domenica al 708 a Mostacciano. Tre casi che portano il bilancio 2019 a 29 autobus incendiati, sedici dei quali sono andati distrutti. Per fortuna non ci sono stati feriti ma nel corso dell'anno sono stati diversi i casi di passeggeri ed autisti rimasti intossicati o feriti.

Nessun commento e nessuna soluzione di Raggi ai flambus di questo weekend. Chi invece ne ha parlato è stato Matteo Salvini, che non intende fermare la sua avanzata verso il Campidoglio: “Ma è normale che a Roma per strada prendano fuoco i bus di linea? Tre in tre giorni, per fortuna senza vittime tra il personale Atac e i passeggeri. Ma è l'ennesima dimostrazione di una città allo sbando sommersa di rifiuti e cosparsa di voragini”. Poi ecco che il leader della Lega suggerisce anche quale sia la soluzione per dire stop ai flambus: “Raggi dimettiti, la tua incapacità è pericolosa per l'incolumità dei cittadini".

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