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Roma
Rifiuti, Muraro: “Ama mi vuole pagare per lavoro mai fatto. È grave”

Un compenso di 20mila euro per consulenze mai svolte da gennaio ad aprile 2016, che l'ex assessore all'Ambiente di Roma Paola Muraro non intende accettare da Ama.

 

"Ho ricevuto una lettera, firmata dal presidente Bagnacani, in cui mi si vuole riconoscere un compenso  per un lavoro che non ho mai fatto", ha dichiarato Muraro a margine dell'audizione presso la commissione parlamentare ecomafie in cui era interpellata sui dettagli di quanto illustrato nel corso del suo intervento a Palazzo San Macuto.
"Siamo davanti a un'azienda che vuole pagarmi quando io non sono minimamente entrata negli impianti, e questo è grave - ha spiegato Muraro nel corso dell'audizione - Penso di essere la prima a cui l'azienda vuole riconoscere un lauto compenso non avendo lavorato e non avendo messo piede negli impianti. Quando un'azienda per mascherare le sue inadempienze vuole riconoscere un compenso maggiore, è assurdo. Non prenderò mai un euro in più, ma questa è una lettera a firma del presidente Bagnacani che deposito, insieme al mio ultimo interrogatorio alla presenza del Noe".

Secondo Muraro l'obiettivo è "sviare da quelle prescrizioni che erano state già evidenziate dalla Dda nel 2015" in base alle quale "si poteva diffidare l'azienda" ed "evitare l'emergenza del 2016".

“Le intercettazioni del settembre 2015 evidenziano che il sistema Ama era già in emergenza. C'è da chiedersi perché nessuno è intervenuto. Io sono nominata assessore a luglio 2016 quando gli impianti sono ormai strapieni, con una manutenzione che era impossibile fare perché si era perso tempo da metà 2015”, ha continuato Muraro, sottolineando come a farne le spese siano stati in primis i cittadini di Roma.
L'ex assessore ha poi proseguito, dicendo: "Vi sembra normale che un'azienda pubblica voglia far decorrere il mio contratto mesi prima, quando io non ho lavorato e non sono andata in un impianto? Vi sembra normale che un'azienda pubblica faccia una lettera, una nota in questi giorni, in cui si dice che io devo adeguare la mia parcella da gennaio ad aprile, quando io da gennaio ad aprile non sono mai andata in impianto. Questo per sviare da quelle prescrizioni che erano state già evidenziate dalla Dda”.

Non è mancata poi una nota al vetriolo contro la sindaca di Roma: “Come sta lavorando la giunta Raggi in materia di rifiuti? Lo si vede tra le strade di Roma, non dico altro", ha commentato Muraro interpellata a margine dell'audizione.

Inserita nell'elenco delle persone indagate, perché definita responsabile tecnico da un consulente della Procura, Muraro ha subito fatto muovere il proprio avvocato: "Muraro è l'unica a non avere una carica all'interno dell'Ama perché consulente esterno. Ci siamo accorti che questa consulenza tecnica è in gran parte costruita in modo falso, nel senso che la gran parte delle motivazioni non sono di chi ha firmato la consulenza ma sono di 17 diversi autori con i quali è stato effettuato un taglia e incolla che non sono stati citati nei virgolettati, anzi sono stati occultati attraverso alcune modifiche dei loro testi che rendessero più difficile la loro riconoscibilità”, ha dichiarato l'avvocato Daniele Ripamonti, rappresentante legale di Paola Muraro.

“Questa consulenza - ha continuato il legale - indubbiamente ha indotto in errore anche l'autorità giudiziaria ma soprattutto, attraverso questo atto falso, ha costruito il presupposto perché la dottoressa Muraro fosse definita responsabile tecnico e quindi inserita nel novero delle persone indagate. Quando ci siamo accorti di questa macchinazione l'abbiamo denunciata alla Procura della Repubblica e adesso a Roma pende un procedimento penale, in fase di indagine preliminare, nei confronti dell'autore di questa consulenza".

 

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