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Roma
Rifiuti Roma, assessori in fuga e Ama nel caos: "La città è al collasso"

Ama nel caos, assessori in fuga ed un'emergenza senza fine all'orizzonte. Legambiente lancia l'allarme rifiuti a Roma: "Responsabilità del Campidoglio, gestione al collasso".

 

Crisi romana dei rifiuti senza soluzione. Nessuno spiraglio immediato di salvezza secondo Legambiente Lazio, che sottlinea come l'assenza di programmazione del Comune a guida Virginia Raggi stia portando la città dritta verso l'ennesima emergenza. "La gestione dei rifiuti romani oggi è al limite del collasso: sta cambiando il vertice Ama per l’ennesima volta, non c’è assessore, non si sta diffondendo il porta a porta a nessuno, non si sta costruendo nessun impianto e ancor peggio non c’è nessun progetto per il futuro - dichiara Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio - nei picchi di produzione andrà sempre peggio e l’immondizia purtroppo tornerà inevitabilmente a invadere le strade".

Una profezia fin troppo prevedible, che Legambiente spiega così: "Per avviare l’economia circolare romana e trasformare i rifiuti in risorsa la soluzione era e continua a essere chiara: porta a porta a tutti per far decollare la differenziata, tariffa puntuale che faccia pagare in base ai rifiuti prodotti, costruzione di impianti a partire da quelli anaerobici per l’organico, aumento di isole ecologiche e creazione di centri per il riuso. Non si è fatto niente di tutto ciò - attacca l'associazione - la diffusione del porta a porta è praticamente ferma da 3 anni, ciò rende inapplicabile la Tariffa puntuale e pianta la differenziata al 45%: conseguenza drammatica per l’ambiente è che la capitale continua a produrre qualcosa come 1 milione di tonnellate annue di indifferenziato che va in discariche e inceneritori di altri territori. Anche i materiali differenziati vanno altrove e continuerà così per tanto tempo, non avendo costruito nessun impianto, e con gli unici due impianti proposti, di compostaggio e con vecchia tecnologia, lungi dall'essere realizzati perché Ama non è neanche proprietaria dei terreni. Le isole ecologiche sono le 14 di sempre, non un metro quadro in più, di centri del riuso neanche l’ombra".
 

Una situazione limite, che porta la formazione di micro-discariche e cassonetti stracolmi agli angoli delle strade, tanto da attirare le prime pagine anche di giornali stranieri. "Responsabilità di questo disastro è di chi governa il ciclo dei rifiuti senza renderlo virtuoso e nelle politiche del Campidoglio, dove si ripete come un mantra l’obiettivo 'Rifiuti Zero' pienamente condivisibile, ma rifiuti zero vuol dire 'impianti mille”' e l’amministrazione fa tutto il contrario, assumendo in sé ciascun micro-nimby e ingessando la capitale. Bisognerebbe intervenire prima che arrivi l'estate in maniera determinata e veloce, per evitare che un nuovo disastro ambientale sulle strade si trasformi in emergenza sanitaria con il caldo, ma niente sta accadendo e intanto, centinaia di camion portano la monnezza romana ovunque, con costi economici assurdi e costi ambientali pazzeschi, la città è sempre più sporca e le ecomafie continuano a fare affari, nelle maglie sempre più sfilacciate di un ciclo che - conclude Scacchi - invece di correre verso i Rifiuti Zero, sembra far precipitare Roma all'Anno Zero dei Rifiuti".

 

 

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