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Roma
Rifiuti Roma, scontro politico tra Raggi e Zingaretti. E l'Ama sprofonda

di Giulio Pelonzi *

La questione rifiuti è al centro delle politiche di tutti i grandi centri urbani del mondo. Lo scarto delle politiche consumistiche rischia di mandare in tilt i grandi sistemi delle globalopoli.

 

Nel suo “Laudato si”, Papa Francesco sottolinea come vi sia un intimo legame tra giustizia ambientale e giustizia sociale. Il che rende il tema del ciclo dei rifiuti centrale, oltre che sul lato organizzativo anche sul piano etico: misura la capacità di produrre attivamente i diritti dei cittadini.

Purtroppo abbiamo assistito, da parte della Giunta Raggi, ad una presa di posizione politica, uno scontro demagogico con la Regione Lazio sulle spalle dei cittadini romani. Roma è una città che ha le dimensioni di otto capoluoghi italiani messi insieme, la sua gestione è certamente difficile e onerosa, per questo, adesso, l’importanza di unire le forze e decidere quali sono gli strumenti necessari e realizzabili per uscire dall’emergenza rifiuti, è prioritaria.

È necessario - ed etico - opporre alla cultura dello scarto la politica del riutilizzo, perché siamo convinti che gli effetti del degrado ambientale gravino sia sulla salute che sulla vita sociale della collettività.

È necessario completare il ciclo di produzione dei rifiuti, non solo per il rispetto e il decoro di Roma ma anche perché lo sviluppo di un modello circolare di riutilizzo, può produrre energia, risorse utili alla crescita del territorio e posti di lavoro.

La situazione attuale, invece, è che l’Amministrazione Raggi ha voluto fissare degli obiettivi non corrispondenti alla reale capacità organizzativa di AMA. E quando si danno obiettivi irrealistici si determinano difficoltà, ad esempio, nell’organizzazione del personale, nella gestione della flotta mezzi, nella spesa del budget aziendale.

Roma Capitale ha fissato per l’annualità 2018 l’obiettivo della raccolta differenziata al 55% ma è ferma al 44%. Così, anche per ciò che riguarda la produzione annua dei rifiuti, la previsione è che sia in calo di 170.000 tonnellate annue mentre ad oggi è aumentata di 50.000 tonnellate. Non sono serviti a nulla gli ammonimenti dell’Agenzia di Controllo della Qualità dei Servizi Pubblici di Roma Capitale, a nulla la relazione dell’ISPRA, così come l’inchiesta, ancora in corso, della Corte dei Conti.

È singolare come tutti e 8 i Consigli di Amministrazione di AMA, nominati in tre anni e mezzo da questa Giunta, compreso il dott. Zaghis, ripetano come un mantra la necessità di costruire gli impianti per il completamento del ciclo dei rifiuti. Addirittura, la dirigente del Dipartimento Ambiente, dott.ssa D’Aprile, in una recente intervista, sottolineava la necessità di avviare la costruzione degli impianti. Per evitare un’emergenza sanitaria, la Regione Lazio ha emanato una ordinanza a ridosso delle feste natalizie.

Se l’Amministrazione Capitolina resterà ferma, scatterà il commissariamento e sarà la Regione a dover decidere dove e come fare gli impianti a Roma.

Oggi Roma spende 200 milioni di euro l’anno per portare i rifiuti fuori dalla città, i romani pagano la TARI più alta d’Italia e la città è ridotta ad una discarica a cielo aperto. AMA, invece, dovrebbe diventare protagonista della costruzione degli impianti: da società di spazzamento e raccolta a società industriale.

Ma come potrà farlo se rimarrà con il bilancio in rosso e senza piano industriale? Una cosa è certa: se non sarà messa in condizioni di farlo, saranno i privati a costruire gli impianti ed i rifiuti continueranno ad essere per i romani un problema ambientale ed economico.

* Giulio Pelonzi, presidente Gruppo Capitolino del Partito Democratico

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