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Roma
Roma, gestione dei canili opaca e non imparziale. L'Anac invia atti in Procura

Gestione dei canili e delle oasi feline comunali non conforme ai principi di efficacia, imparzialità, parità di trattamento, trasparenza e proporzionalità. In particolare, è la struttura della Muratella quella su cui si affollano le ombre.

Una struttura che anziché andare al nuovo affidatario, sarebbe restata abusivamente in mano all'ex gestore, che continuerebbe a raccogliere fondi e donazioni, con uno strascico di aggressioni e minacce nel giorno fissato per il passaggio di consegne. E sullo sfondo, associazioni che si fanno la guerra a suon di esposti per tentare di garantirsi una fetta di attività.

Sono diversi i dubbi sulla gestione dei canili comunali della Capitale, un ambito su cui già ad aprile era intervenuta l'Anac, che ora, dopo l'arrivo di nuove segnalazioni, ha integrato la propria attività inviando nuova documentazione alla Procura, alla Corte dei Conti, al nucleo Anticorruzione della Guardia di Finanza, disponendo la convocazione del segretario generale di Roma Capitale e dell'assessore competente per il 18 gennaio prossimo.

Già dall'istruttoria di aprile era emerso che per 15 anni il settore era stato dominato da un sistema di proroghe automatiche senza l'ombra di una gara, e grosse somme erano state assegnate a pochi gestori: somme arrivate a 12,3 milioni di euro nel triennio 2013-2015, per una quota giornaliera assegnata per la cura di ogni singolo cane che ha sfiorato i 13 euro al giorno. Subito dopo il Comune pubblicò un bando di gara. L'Autorità ha ricevuto però nuove denunce di irregolarità e ha chiesto informazioni al Dipartimento tutela ambientale del Comune.

Per il canile di Ponte Marconi, a muoversi è stata la onlus Cucciolissimi.org, affermando che l'Impronta, l'associazione che lo gestisce, ostacola l'adozione degli animali per trattenersi i contributi, pari a 7,20 euro al giorno per cane. Ma il Dipartimento tutela ambiente ha negato tali circostanze e ha sospeso la collaborazione con l'associazione. Il canile di Vitinia, invece, è stato chiuso dal Comune, ma secondo le segnalazioni giunte all'Anac sarebbe in realtà stato abusivamente occupato dall'associazione Mi Fido. Ma i sopralluoghi della polizia locale disposti dal Comune non hanno trovato riscontri in tal senso.

Se il quadro che esce da questi due casi può apparire non del tutto chiaro, la situazione più grave dal punto di vista della regolarità della gestione, è quella del canile della Muratella, il più grande, dove ogni anno entrano sui 2.500 cani. Gestito dal 2003 dall'Associazione Volontari Canile di Porta Portese (Acvpp) in un costante regime di proroga, il 1 maggio 2016 sarebbe dovuto passare al nuovo affidatario, la onlus L'Impronta. Ma il cambio non sarebbe mai avvenuto.
Anzi, quando il 1 maggio scorso si sono presentati al canile, gli addetti dell'Impronta e il direttore del Dipartimento tutela ambientale sarebbero stati aggrediti e minacciati, rendendo necessario l'intervento della polizia locale e facendo scattare una un esposto-querela con cui si è chiesto il sequestro preventivo della struttura. Nel frattempo Avcpp avrebbe continuato non solo a gestire la struttura, ma anche a chiedere donazioni anche attraverso l'organizzazione di eventi pubblici.

L’Anticorruzione al termine dell’istruttoria rileva la sussistenza di “significative e sistematiche carenze nell’affidamento e nella gestione dei canili comunali di proprietà di Roma Capitale nel periodo ottobre 2001/aprile 2016”. Pertanto oltre ad evidenziare la non conformità “ai principi di efficacia, imparzialità, parità di trattamento, trasparenza e proporzionalità” oltre che “al principio di economicità della gestione delle risorse economiche pubbliche”, Anac “rileva la carenza di un’adeguata programmazione nell’attività di affidamento del servizio di canile; rileva la carenza di verifica dei requisiti di ordine morale di cui all’art. 38 del d.lgs. 163/2006 in capo agli operatori economici affidatari; rileva carenze nella fase di verifica dell’esecuzione del contratto con riguardo alla verifica di conformità della prestazione resa, prima della liquidazione del corrispettivo”.

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