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Roma
Roma, Gualtieri diventa produttore di latte. La mano statalista sulla Centrale

Dopo acqua, elettricità e gas, il Comune di Roma a trazione Gualtieri diventa produttore anche di latte, yogurt, formaggi e derivati. Dopo mesi di tentennamenti e ritardi inspiegabili, il Comune di Roma avvia l'iter per riprendere le quote azionare della storia Centrale del Latte di Casal Monastero.

Ma a differenza di Acea, per la quale il Comune col 51% detiene il controllo ma non la gestione, sulla Centrale la mano “statalista” non perdona e l'impianto ceduto dallo stesso Comune anni fa torna sotto il controllo diretto del Campidoglio. Un tuffo indietro nella storia, nel segno dello statalismo esagerato che porta il Comune a gestire in proprio decine di asili nido e ora anche la produzione di latte.

Si apre la trattativa con i francesi di Lactalis

Ma chi punta sulla gestione diretta per avere magari prodotti derivati del latte a prezzi anti-inflazione, si prepari a restare deluso. L'atto che il Comune ha propagandato è una semplice Memoria di Giunta, cioè un post-it che ricorda ai chi ha la delega al Bilancio e alle Partecipate che si deve mettere al tavolo con Parmalat e la capogruppo Lactalis e definire le operazioni necessarie al passaggio delle quote e magari prevedere un possibile rivoluzione su un processo aperto in Cassazione.

Prima le nomine poi un eventuale nuovo partner industriale

E che fa il Comune? Cerca un partner industriale privato (dopo aver cacciato il privato), senza minimamente individuare lo strumento e forte della maggioranza delle azioni, apre le danze sulle nomine, “partiranno immediatamente le operazioni per individuare il nuovo organo di amministrazione, tenendo conto della composizione azionaria”.

I trombati del Pd si sfregano le mani

Tradotto: nel bacino di trombati elettorali magari del Pd c'è già chi si frega le mani per sedersi sulla poltrona di Amministratore delegato grazie al 75% del pacchetto azionario. Solo che Gualtieri si dimentica del debito che ha Parmalat-Lactalis nei confronti del Comune di Rona: quei 65 milioni di euro che derivano dai mancati dividendi del periodo 2005-2012, pari a 41 milioni di euro più interessi e rivalutazione che porteranno nella casse del Campidoglio oltre 65 mln di euro. E visto che sentenza, non sono previsti sconti di cortesia. Invece dopo il pensierino di facciata verso i dipendenti, il primo obiettivo è cercare manager di nomina politica.

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