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Roma, Gualtieri “è accerchiato”. De Santis: “Il Pd non potrà più contrattare”

Il Governo al Centrodestra e la Regione Lazio al Centrodestra: e il Comune di Roma per la prima volta è “sotto assedio”. Per Antonio De Santis, già assessore e capogruppo della Civica Raggi, è il segnale per il Pd romano della necessità di un cambiamento.

De Santis, lei pensa che Gualtieri sia politicamente “accerchiato”?

“Sicuramente rispetto a quanto avvenuto negli ultimi 10 anni, il Campidoglio a guida Pd si ritrova un uno scenario diverso: prima aveva sponde facili, ora dovrà dialogare e iniziare a chiedere invece che a contrattare”.

Quindi che ripercussioni si aspetta per la maggioranza e per Roma?

“Sono contrario alle posizioni ideologiche e penso, credo e spero che il centrodestra prima che della politica si occupi dei romani. Governare non è gestire il potere ma fare il bene pubblico e Meloni e Rocca, seppur abituati a fare opposizione da decenni, devono rientrare per forza e velocemente in un una logica comune. Sono certo che impareranno e in fretta perché il Paese la Capitale non possono più aspettare. Ci sono per Roma scadenze come il Giubileo e la corsa per Expo che richiedono solidarietà, sostegno e grande energia. Non c'è in ballo Roma o il Pd ma i romani e il recupero della città. In questo scenario, il Pd deve aprirsi per forza ai contributi esterni, pensare meno alla gestione di un potere che piano piano si è assottigliato sino a sparire, superare la logica correntizia e presentare un piano al Governo. Non ci sono solo i grandi eventi ma c'è da discutere un seria ed efficace riforma per Roma Capitale. Ma attenzione all'autonomia differenziata, perché non deve essere usata come grimaldello e questo lo dico per il Pd e per chi governa”.

E il vostro rapporto con la maggioranza?

“Sino ad oggi sono stati sordi e ciechi. E' ora di valutare la nostra esperienza e di sedersi al tavolo per esaminare le nostre proposte. Il “No a tutto” non è nella nostra logica e non deve essere il rapporto tra chi governa e chi fa opposizione. Stento a credere che tra noi, Fdi e Calenda anche se oscilla un po', non ci siano proposte utili per la città”.

Secondo lei il Pd a Roma è accerchiato?

“Non lo dico io ma i risultati elettorali. Questo dovrebbe consigliare al sindaco un'apertura”.

State chiedendo poltrone per dialogare?

"Guardi, poltrone e divani li uso solo a casa e poiché ho una bimba piccola ho poco tempo per riposarmi. Le poltrone suggeriscono il riposo, di certo non vado in Campidoglio a schiacciare un pisolino. O lavoro o penso alla famiglia”.

Se la sente di parlare della batosta a 5 Stelle?

“Il termine batosta è esagerato. Al Movimento occorre un radicamento sul territori che con le elezioni amministrative di certo non si riesce ad ottenere. Per farlo serve un'organizzazione diversa da quella che lo ha accompagnato sino ad oggi”.

Pensa che l''energia del Movimento si sia spenta?

“L'energia a 5 Stelle è ormai un protagonista della politica e ha dimostrato di saper amministrareE. Questa potenza va trasformata in uno scenario che vede almeno a Roma 3 cittadini su 4 che hanno voltato le spalle al voto e all politica. E' il dato sui cui stiamo riflettendo per aprire una nuova fase. E sarebbe bene che chi governa pensi soprattutto a questa maggioranza che manifesta la sua indignazione col silenzio”.

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