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Roma
Roma, il tesoro della Biblioteca Nazionale alla mercé dei ladri. Video choc

di Patrizio J. Macci


Se volete rubare un tesoro non c’è bisogno di assaltare un caveau blindato come ha fatto Massimo Carminati oppure emulare Arsenio Lupin. Basta prendere la Linea B della Metropolitana, scendere alla fermata “Castro Pretorio” recarsi alla “Biblioteca Nazionale Centrale di Roma Vittorio Emanuele II” Viale di Castro Pretorio N. 105 e avere cura di accedere da un ingresso secondario.

 


Non occorre nessuna destrezza e neanche attrezzi da scasso. Nessun allarme vi fermerà. Il video dimostra come è possibile penetrare nella struttura e aggirarsi completamente indisturbati nei dieci piani della struttura senza incontrare anima viva; il potenziale ladro sale e scende in ascensore o per mezzo delle scale, apre cassettoni contenenti bobine con microfilm, ha il completo accesso a tutti gli scaffali contenenti libri di ogni genere, enciclopedie o raccolte di carte. Tra questi ci sono documenti rarissimi che andrebbero tutelati gelosamente e protetti invece di essere abbandonati.

È il paradiso dei ladri, un supermercato dove servirsi senza passare alla cassa. A disposizione ci sono 8.355 manoscritti, 4.463.019 volumi a stampa (di cui 1.945 incunaboli e 25.296 “cinquecentine”), 1.357.681 opuscoli, 10.000 stampe e disegni, 20.000 carte geografiche, decine migliaia di microfilm e copie di giornali d’epoca.



Alcuni degli esemplari ricoverati all’ombra degli scaffali sono esemplari rarissimi, copie uniche. Questo materiale può essere sottratto o danneggiato in qualsiasi momento con facilità, un bottino del valore di milioni di euro alla mercé del primo che passa.

Nei dieci piani che compongono la struttura della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma ci dovrebbero essere almeno quattro addetti per ogni livello, in modo da poter far fronte alla distribuzione del materiale librario in modo efficace e sicuro. Invece - come una fonte interna conferma-  la norma è che ci sia in servizio una sola persona per due piani costretta a coprire uno spazio di migliaia di metri quadri.
La sicurezza è praticamente inesistente: le telecamere di sorveglianza alle porte di ingresso secondarie sono rotte o malfunzionanti, oppure quando sono accese non c'è nessuna vigilanza o custode che le segua. Qualsiasi malintenzionato può avere accesso indisturbato nei giganteschi magazzini penetrando dagli ingressi incustoditi e danneggiare il materiale custodito. Si può tranquillamente entrare nella struttura all’imbrunire e uscirne la mattina successiva dopo aver dormito sonni tranquilli. La situazione non è assolutamente momentanea, per un anno intero è stato possibile entrare e uscire senza problemi.

Leggendo il bilancio della struttura, è spontaneo domandarsi come sia possibile che con cinque milioni e mezzo di euro stanziati per l’esercizio 2016 (il triplo rispetto al budget a disposizione della precedente dirigenza) non si provveda a migliorare la sicurezza di un patrimonio unico.
Probabilmente la risposta è nella copia inestimabile del “Vaticinia Nostradamus” (una particolare edizione con immagini delle Profezie di Nostradamus) conservata in un fondo della “Nazionale”. Ammesso che sia ancora regolarmente presente al suo posto.

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