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Roma
Roma, il traffico non c'è più. Mobilità zero, business zero. L'allarme taxi

Roma: Fase 3 e smart working; la morte del turismo, degli alberghi e del business. Il termometro di una città che si presenta semideserta e con una limpidezza del cielo quasi struggente, arriva dal 3570, la centrale radiotaxi più grande d'Europa che denuncia un calo drammatico delle corse nell'ultima settimana di giugno 2020 rispetto allo stesso periodo di giugno 2019: - 73 per cento.

I numeri della centrale che l'anno scorso smistava dal lunedì al venerdì una media di 35 mila corse giornaliere, sono impietosi. Per fare un paragone sulle richieste di auto bianche giunte al 3570, il 28 giugno del 2019, il venerdì prima del ponte dei santi Pietro e Paolo, sono state evase 32999 corse, con un tempo di attesa per la risposta del centralino compreso tra 1 minuti e 4 minuti e per l'assegnazione dell'auto con la relativa sigla l'attesa al telefono oscillava tra 15 secondi e 2 minuti. Quest'anno lo stesso venerdì pre-ponte (giorno 26 del mese) le corse sono state 12 mila 593 con tempi di riposta compreso tra 15 e 90 secondi, mentre per avere la sigla dell'auto gli utenti hanno atteso al massimo 30 secondi.

“Sono numeri feroci – spiega il presidente di 3570, Loreno Bittarelli – non tanto per la situazione economica dei tassisti romani che sono riusciti ad avere un po' di ossigeno per sopravvivere con gli aiuti dei decreti Fase 2 e Fase 3, quanto perché questa tendenza alla città semideserta non si inverte. Non mancano solo i turisti, anche il business di Roma, i Palazzi del potere e le multinazionali hanno ridotto quel traffico di spostamenti che generavano. Diciamola tutta: dopo il Coronavirus, l'economia di Roma rischia di morire per smart working selvaggio. E questa tendenza di affidare al computer ogni relazione professionali, rischia di far sprofondare la Capitale nel buio totale. Siamo passato dal traffico-follia al traffico zero e agli spostamenti zero. In giro vediamo solo ragazzini coi monopattini elettrici. Crollo delle corse in taxi da e per gli alberghi; crollo delle corse serali da e peri ristoranti e gli altri locali. Ieri, martedì 30 giugno, un collega è arrivato al posteggio alle 10 e la prima corsa l'ha presa dopo le 14,30. Capite bene che Roma muore e si porta dietro anche i romani. Se questa non è la Grande Depressione....”.

Sul fronte delle soluzioni, la politica è ancora la grande assente. “Le istituzioni hanno pensato per ora solo al sostegno e gli aiuti sono arrivati. Poco rispetto alle perdite e appena sufficienti per far sopravvivere, “ma quello che serve è un vero piano di rilancio per Roma – sostiene Bittarelli – un piano Marshall per ricostruire l'economia fragile della città troppo appesa a cultura, turismo e servizi che per anni sono stati la grande ricchezza ma così fragili da essere messi in ginocchio dalla pandemia. Non faccio proclami e non voglio lanciare allarmi: se a settembre lo scenario non sarà invertito con una cura massiccia sarà dramma vero”.

E conclude: “Roma è la nostra città, la nostra grande bellezza, le nostre strade i vicoli i monumenti, gli hotel e i ristoranti. Noi ci siamo, siamo pronti a fare la nostra parte come sempre è accaduto. Aspettiamo il grande piano di rilancio”.

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