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Roma
Roma: l'M5S dal Vaffa Day a Giampaoletti, il manager per miracolare l'Atac

di Francesco Giro *

"Alla chetichella e nel tardo pomeriggio di un giorno prefestivo arriva sulle agenzie di stampa la notizia che tutti conoscevano da settimane. Il comunicato stampa diffuso dall'Azienda municipalizzata dei trasporti di Roma (Atac) per annunciare la nomina (guarda un po’ che sorpresa) dell'attuale Direttore Generale del Comune di Roma Franco Giampaoletti è lunga, troppo lunga, quasi una "excusatio non petita accusatio manifesta".

Sulla qualità professionale del dottor Giampaoletti nulla da eccepire. È un manager. Ma di manager l'Italia è piena. Persino di più giovani e talentuosi. Allora mi chiedo: perché Giampaoletti? Perché l'attuale Direttore Generale del Comune di Roma, di un'amministrazione ormai al capolinea? Mi si dirà: ma Franco Giampaoletti è un serio professionista. Ma appunto dico: non poteva concludere la sua brillante esperienza con la sindaca Raggi quando mancano pochi mesi alla conclusione del suo mandato? Perché trasferirsi altrove? E poi - francamente - a giudicare dalla sua condotta, ripeto ineccepibile, Giampaoletti è comunque espressione vivida e onnipresente di un'amministrazione capitolina targata Raggi, che molto probabilmente non verrà riconfermata.

Se un'operazione del genere fosse stata fatta dal Pd, a pochi mesi dalle elezioni comunali, i grillini avrebbero gridato alla lottizzazione politica. Oppure mi sbaglio? Se mi sbaglio quale metamorfosi ovidiana è accaduta nel Movimento del Vaffa Day in questi anni! Ma se non mi sbaglio, allora non si poteva scegliere una soluzione diversa per l'azienda municipalizzata dei trasporti di Roma? Perché trasferire dal Campidoglio ad Atac lo stesso Dg? Come se tutto fosse intercambiabile. E poi una seconda domanda: perché ora la nomina di Giampaoletti, subito dopo quella di Giovanni Mottura come Amministratore unico di Atac? Anche questa è stata una scelta assai discutibile visto che Mottura era il commissario liquidatore di Metropolitane di Roma, stazione appaltante per la realizzazione di Metro C ora in evidente stato confusionale. Ma tant'è. Anche qui mi si risponderà che lo Statuto Atac prevede la figura del Direttore generale. Era giuridicamente vietato affidare allo stesso Mottura il doppio incarico, in attesa che gli elettori romani scegliessero in primavera la loro nuova amministrazione in Campidoglio? Perché questa fretta e soprattutto perché pescare sempre nell'orto strettamente capitolino?

La dichiarazione di Mottura peraltro è paradossale. Nel salutare l’arrivo di Giampaoletti, l’Amministratore unico di Atac ammette (ma qualche sospetto lo avevamo già espresso la settimana scorsa sempre su Affaritaliani) che Atac - in piena procedura di concordato preventivo - sta operando, "in un contesto generale molto complesso e incerto". Ma come? Solo un paio di giorni fa l'ennesimo assessore della Raggi replica piccato all'ennesimo attacco di Carlo Calenda, vantando per il Comune di Roma l'incredibile primato di aver salvato l’Atac. Ora invece l’Atac ha bisogno dell’intervento miracoloso di Giampaoletti ? E costui resterà al suo posto quando arriverà un nuovo Sindaco che molto probabilmente non sarà la Raggi e che altrettanto probabilmente giudicherà il concordato preventivo Atac un'operazione quantomeno incerta? Oppure Giampaoletti resisterà sulla sua poltrona a dispetto dei suoi stessi convincimenti, come spesso accadeva nelle trascorse stagioni della vecchia politica, tanto demonizzate dai grillini? E francamente a poco serve scrivere nella nota che la procedura di selezione è stata lunga e accurata se le indiscrezioni su Giampaoletti circolavano da tempo. E la nota di Atac è prolissa, troppo prolissa, ma non ci spiega nulla. Dovrebbero ricordare in Azienda, e anche al Comune di Roma, che il problema di una comunicazione pubblica e istituzionale, minimamente decorosa, non si risolve affastellando parole su parole, in un lungo comunicato, scritto peraltro in pessimo burocratese. Ad esempio chi sono "gli esperti e i professionisti esterni" coinvolti nel processo avviato mesi fa? E chi  sono "i 35 candidati" che hanno inviato i loro curricula per sostenere il colloquio? Di quale "società esterna specializzata in Executive Search" si è avvalsa Atac? Chi sono "i due componenti esterni della commissione esaminatrice" del cui supporto si è avvalso l'amministratore unico Mottura per l'esame e la valutazione finale dei candidati? Potremmo continuare. La nota di Atac è lunga ma non dice né spiega nulla. Ci sono problemi di privacy o segretezza? Non credo davvero. Sembra quasi che l’obiettivo di Atac sia unicamente quello di giustificare in modo del tutto asettico e formale l'arrivo del direttore generale del Comune di Roma ovvero della Sindaca Raggi, Franco Giampaoletti. Siccome la Raggi e i 5 Stelle si sono riempiti la bocca per anni con lo slogan "trasparenza" (erano quelli che volevano aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno, salvo poi accomodarsi sulle loro comode poltrone con la colla) ci spieghino allora tutto e perbene della selezione, se questa, come leggiamo, era "aperta" e se ha coinvolto l'universo mondo della dirigenza interna ad Atac e alle altre aziende municipalizzate e persino altri soggetti esterni anch'essi non meglio identificati. Ultima, ma non per questo meno importante, osservazione: scrivere nel comunicato stampa  nello spazio di 6 righe, 3 volte la locuzione burocratese "al fine" (peraltro inascoltabile) è da matita blu, come direbbe Silvio Orlando ne "Il Portaborse" di Daniele Luchetti.

* Senatore di Forza Italia e Segretario del Senato della Repubblica

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