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Roma
Roma, meno bus e più auto private in strada. I romani non si fidano di Atac

I trasporti di Roma sono un incubo per i cittadini: negli ultimi 5 anni meno bus in strada e più auto private in circolazione, con i romani che non si fidano più dell'Atac preferendo il traffico della città all'odissea dei mezzi pubblici. Un fallimento per la Raggi che faceva della mobilità il primo problema da risolvere nel suo programma elettorale del 2016.

Secondo il dossier sul trasporto pubblico di Roma di Legambiente, che si basa sui dati pubblicato nel corso del 2020 da Aci, Atac, Istat e dall'Agenzia per i Servizi Pubblici di Roma, nella Capitale negli ultimi cinque anni sono diminuiti i mezzi: nel 2014 in città erano presenti 95,5 autobus o filobus ogni 100 abitanti, col il dato che è sceso addirittura a 82,3 del 2018.

Anche il dato sulle auto private in circolazione sulle strade di Roma è preoccupante, soprattutto se chi amministra la città ha come mantra quello di far dire addio ai cittadini alle macchine di proprietà in cambio di un migliore Tpl e un servizio di sharring senza precedenti. Dati alla mano però, succede l'opposto: secondo l'Aci, nel 2015 le auto immatricolate a Roma erano 1.754.910, nel 2019 1.771.969. Quasi 20mila in più.

Un altro dato che risalta all'occhio è poi quello della “velocità commerciale” di bus, filobus, metro e tram: per i primi è letteralmente crollata, passando dai 19 km/h del 2014 ai 13,1 km/h del 2018; per i tram è scesa da 13 km/h a 10,9 km/h; l'unico miglioramento riguarda le metro, che hanno visto salire la loro velocità commerciale da 15,8 km/h a 16,5 km/h.

“I mezzi pubblici non sono certo mai stati il fiore all’occhiello di Roma, ma secondo questi numeri c’è un evidente tracollo del servizio negli ultimi anni – commenta Roberto Scacchi, presidente di Legambiente Lazio –. Le condizioni del trasporto pubblico sono disarmanti ed è chiarissimo che con questo peggioramento, nella capitale si è impreparati a garantire distanziamento necessario sui mezzi. Di certo non sorprendono le immagini della calca in alcuni dei nodi nevralgici per il trasporto pubblico romano, tanto mento quelle su molte linee di superficie, soprattutto periferiche. Ci sono problemi irrisolti e progetti mai partiti, nonostante le ultime amministrazioni comunali li abbiano sempre considerato prioritari: basti pensare alla chiusura dell’anello ferroviario della quale si parla da decenni ma non se ne vede neanche l’ombra, così come non c’è un metro di nuova tranvia nonostante decine di progetti e rendering di nuovi tram. Fino ad arrivare alla storia del trenino Termini-Centocelle che si ferma a metà tragitto, lasciando il binario vuoto nella popolosissima periferia est fino a Giardinetti; lì il trenino non passa anche se sarebbe importantissimo ai fini del distanziamento, nonostante una delibera votata all’unanimità in aula Giulio Cesare da mesi per il ripristino e alla quale il governo della città, colpevolmente, non sta dando alcun seguito”.

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