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Roma
Roma muore di Covid: l'economia del turismo è a zero. Non c'è più lavoro

Il Covid a Roma è uno tsunami che non finisce più: alberghi che chiudono e dipendenti licenziati; ristoranti vuoti e dipendenti licenziati; Alitalia muore e i dipendenti vengono licenziati.

La lista si allunga con i negozi del centro storico, le guide turistiche, gli stagionali e tutti i fornitori di quel sistema “servizi” che da solo ha composto sino ad oggi l'unica reale ricchezza di Roma e il suo pil principale.

Il quadro è ancora più drammatico se aggiungiamo la crisi produttiva delle ex municipalizzate, partendo dall'Atac e finendo con l'Ama, le farmacie comunali di Farmacap e il conto che si prepara per il sistema culturale dei musei. E qualcuno si è anche dimenticato dell'economia della notte, quel sistema di locali e discoteche che consuma e dà lavoro a migliaia di giovani, ridotto ad una movida selvaggia di birre e cocktail venduti all'ingrosso nei dehor anti-covid.

L'effetto dell'inflazine sulla spesa delle famiglie

In questo scenario drammatico di impoverimento, si aggiunge anche la stangata dell'inflazione che arriverà a breve trainata dal caro energia che busserà alla porta delle famiglie e delle imprese con le prime bollette di fine gennaio e che si tradurrà in un'ulteriore mazzata. Per non parlare poi dei paventati aumenti dei generi di prima necessità, come frutta, verdura e carne che tra breve impatteranno sugli stipendi di chi ancora ce l'ha.

Giubileo ed Expo sono una speranza lontana

Si potrà dire che Giubileo ed expo sono in programma, completi di risorse da investire e replicare anche che il futuro può anche essere delineato, ma la vera emergenza è oggi. E' a gennaio, febbraio e marzo e durerà sino a quando – si spera non torneranno i turisti a circolare in un centro storico semideserto. Se l'emergenza è arrivata col blocco di Natale, oria siamo oltre: in pieno dramma economico, con la voce della prima ricchezza di Roma ridotta al lumicino e poche idee. Anzi, nessuna.

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