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Roma
Roma, nasce l'Anti M5S senza partiti. Comitati cittadini sul piede di guerra
Foto: LaPresse

di Fabio Carosi

M5S e Lega, l'alleanza anomala diventa un virus e contagia i perdenti. A Roma, centrodestra e centrosinistra fanno le prove tecniche di quello che potrebbe essere chiamato un inciucio, con la differenza però che i partiti sono costretti a fare un passo indietro. Quello che cova è una strana alleanza di movimenti e associazioni cittadine, che hanno deciso di unirsi in chiave anti-M5S.

Insomma, se l'orizzonte della politica partitica viaggia con un orizzonte a tre mesi, nel vuoto lasciato dal Pd e con il “rischio scomparsa” per Forza Italia, la nuova frontiera della politica romana si chiama associazionismo. Già due le riunioni top secret che una trentina di comitati tra (comitati di quartiere e associazioni varie) hanno organizzato nei giorni scorsi, alle quali hanno partecipato come osservatori le terze linee di Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia.

Il “civismo”, insomma riprende forza e quota, convinto che l'amministrazione di una città debba essere governata dal basso e, forti della vittoria del 5 Stelle, ottenuta col dissenso alle vecchie logiche di Pd e centrodestra, alzano la voce. Ma chi sono? In realtà quella che vorrebbe far diventare una “federazione” delle associazioni di cittadini, sta prendendo forma e sostanza attraverso l'elaborazione di una piattaforma “di cose da fare” per salvare la città dal disastro buche, rifiuti, trasporti e dalla mancanza di piano di rilancio della città e del suo tessuto economico che vive di piccole e medie imprese impegnate i servizi e turismo.

Così copiando dal governo GialloVerde i leader delle associazioni stanno tentando di far convergere le diverse anime su un programma, del tutto simile al programma del governo Conte-Salvini-Di Maio e unire ciò che nella vecchia politica sarebbe impossibile: decine e decine di anime diverse, estrazioni diverse e orientamenti politici diversi, in una specie di “patto per Roma”, unite da 20 punti di programma che prevedano soluzioni ai problemi immediati. Quelli, insomma che vivono tutti i giorni i cittadini che escono di casa e non sanno dove gettare le immondizie e aspettano un bus Atac che non passa perché magari ha preso fuoco lungo il percorso.

La voglia di unire quei cittadini che nell'impegno civico mettono tanta energia, parte da lontano. Precisamente dal settembre del 2013, quando in trentamila si presentarono invia dei Fori Imperiali per direno alla discarica del Divino Amore. E ora che il toto discariche ha trovato nuova linfa col diktat della Regione Lazio al Comune di Roma sulla necessità di individuare una discarica di servizio nell'Ato di Roma, quell'associazionismo riprende vigore. All'epoca il maxi corteo che superò lo sbarramento di Polizia e carabinieri schierando in prima fila mamme e passeggini, fece fuggire l'allora presidente della Camera Laura Boldrini e il sindacoIgnazio Marino dalla piazza e riuscì ad ottenere l'incredibile risultato di trasformare la discarica del Divino Amore in una questione di Stato, coinvolgendo la Santa Sede. Il resto è storia: il tentativo di trasformare il deposito di materiale ferroso, in una nuova Malagrotta, naufragò clamorosamente sotto il peso della “rivolta della Falcognana” che aveva fatto convergere sula via Ardeatina i cittadini della zona sud di Roma e dei Castelli Romani. Identico scenario si era verificato a Riano Flaminio qualche mese prima.

Quella forza d'urto si è ricompattata con l'obiettivo di restituire il governo della città ai cittadini. L'alternativa al Cinque Stelle a Roma prende vigore. E non ci sono i partiti.

Era il 4 agosto del 2013: in trentamila marciarono sui Fori Imperiali

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