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Roma
Roma ostaggio di Casapound: via allo sgombero della sede di via Napoleone III

Via Casapound dallo storico palazzo occupato all'Esquilino. Vince la linea Raggi in accordo col Governo e il vice ministro Laura Castelli che twitta: “Ho appena saputo che è stato ordinato lo sgombero da Via Napoleone III a Casapound. Ci lavoriamo da tanto, finalmente si ristabilisce la legalità. #Virginiaraggi”.

Ma la replica del leader del movimento è immediata: “C'è stato solo un incontro sulla richiesta di sgombero della sede di Casapound di via Napoleone III”: lo ha detto il responsabile romano del movimento di estrema destra, Davide Di Stefano, dopo che il vice ministro dell'Economia e delle Finanze, Laura Castelli, ha detto che è stato ordinato lo sgombero dell'edificio occupato. L'incontro si è svolto in questura e vi ha partecipato una rappresentanza di Casapound.

Proprio nei giorni scorsi la sindaca Raggi aveva preso carta e penna e inviato due lettere al ministro della Difesa Lorenzo Guerini e a quello dell'Economia Roberto Gualtieri chiedendo lo sgombero di due occupazioni abusive di Casapound Italia. Si trattava appunto della “storica” sede di via Napoleone III, nel cuore del quartiere Esquilino, e di una nuova occupazione di un complesso edilizio di Ostia, in via delle Baleniere, gestita da un'associazione spalleggiata da Casapound Italia. Al Ministero dell'Economia, proprietario dell'edificio all'Esquilino, la sindaca aveva chiesto lumi circa l'iter di sgombero dell'immobile “occupato illegalmente da 15 anni»” A Guerini la prima cittadina ha chiesto «di ripristinare la legalità negli immobili di Ostia» di proprietà dell'Aeronautica Militare. Le due lettere il 28 maggio dopo quella che probabilmente è stata la proverbiale goccia versata proprio a Ostia, dove qualche giorno prima la sindaca - che ha ricevuto solidarietà pressoché unanime - è stata costretta a rimanere in macchina per mezz'ora a causa di una contestazione guidata dal leader locale del movimento, il consigliere municipale Luca Marsella. «Casapound - aveva detto qualche giorno fa - ce l'ha con me perché ho rotto sia a Ostia che a Roma. Nessuno degli stabili è del Comune altrimenti avrei avviato lo sgombero”.

La Corte dei Conti ha calcolato un danno erariale di 4,6 milioni per omessa disponibilità del bene e mancata riscossione dei canoni da parte del Demanio stesso e del Miur.

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