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Roma
Roma: Pd, M5S e centrodestra, scontro bluff sui poteri per la Capitale

di Donato Robilotta


Poteri per Roma e attuazione della legge Del Rio della Città Metropolitana: il sindaco Raggi ha chiesto al nuovo Governo appena insediato maggiori fondi per coprire gli extra-costi della Capitale.

Ha chiesto poi maggiori competenze e poteri e soprattutto di poter accedere direttamente ai fondi per il trasporto pubblico locale senza passare attraverso la Regione. Sembrano lontani i tempi dell’audizione della Raggi alla Pisana in commissione affari istituzionali sull’attuazione della Del Rio, nel Novembre del 2016, quando la Sindaca diede l’impressione di non gradire nuove competenze, anche se quel testo era poca cosa.

D’altra parte nel programma di governo che Movimento 5 Stelle e Lega hanno sottoscritto c’è un apposito paragrafo che riguarda Roma con la previsione di una legge dello Stato per dare piena attuazione alla previsione Costituzionale dell’articolo 114.

Alla manifestazione del movimento 5 Stelle dell’altro giorno, in piazza Bocca della Verità, Beppe Grillo ha dichiarato che Roma deve diventare una Città Stato come tutte le altre Capitali europee, per esempio come Berlino che ha le stesse prerogative riconosciute ai Land in Germania.

Insomma Roma con i poteri legislativi propri dello Stato e delle Regioni, esattamente quello che io e Storace proponemmo con atto di giunta negli anni 2000 e che in qualche modo riuscimmo a inserire nella “devolution”, riforma Costituzionale voluta dal centro destra che non entrò in vigore perché non superò lo scoglio del referendum confermativo.

Occorre fare a questo punto un po’ di chiarezza perché per fare di Roma una città Stato occorre una modifica della Costituzione, mentre una legge dello Stato per dare poteri a Roma già c’è, è la 42 del 2009. Solo che a Costituzione vigente i poteri da trasferire alla Capitale, tutte le materie di governo del territorio, stanno in capo alla Regione e dunque bisogna rivolgersi a Zingaretti.

Ma la Regione in questi anni, nonostante gli annunci ed anche gli impegni presi, come un protocollo firmato dalla Polverini e Alemanno nell’Ottobre del 2011, non ha mai pensato, neanche per un attimo, a trasferire poteri e competenze come l’urbanistica, il commercio, la gestione dei rifiuti, solo per fare alcuni esempi. Anzi con l’attuazione della legge Del Rio si è presa persino tutte le competenze regionali che stavano in capo alle Province tanto che oggi sono, come anche la Città Metropolitana, enti vuoti e fantasma.

La Regione si è persino opposto al trasferimento delle competenze sul fondo del trasporto pubblico locale nonostante fosse previsto dal decreto legislativo 61/2012, di attuazione della legge su Roma Capitale. Infatti Zingaretti ha detto ripetutamente no sia a Marino, del suo stesso partito, che alla Raggi.

Durante la discussone sul bilancio approvato alla Pisana l’altro giorno il Presidente della Regione si è opposto con veemenza, insieme all’assessore Sartore e all’ex assessore Civita, all’emendamento presentato dal centro destra che prevedeva l’intesa affinché le risorse del trasporto pubblico locale fossero trasferite direttamente dallo Stato a Roma Capitale senza passare per il tramite della Regione.

Ma quello che è sembrato strano è stato l’atteggiamento molto morbido del movimento 5 stelle in aula tanto da destare il sospetto che non si volesse disturbare il manovratore.

Come è suonato altrettanto strano che il centro destra, dopo le proteste di alcuni rappresentanti territoriali delle altre province, lo ritirasse e lo trasformasse in un ordine del giorno che chiede più risorse per tutti, e per questo sottoscritto da tutti.

Insomma la questione Roma Capitale resta aperta.


 

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