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Roma
Roma, per i trapianti di fegato il San Camillo è da record: 50 in 8 mesi

Il Polo Interaziendale Trapianti (Poit) dell’azienda ospedaliera San Camillo-Forlanini ed INMI Spallanzani ha raggiunto un obiettivo importante nell’ambito del programma trapianto di fegato.

Con l’ultimo trapianto eseguito nella notte tra venerdì e sabato scorso dall’equipe Chirurgia Generale e Trapianti è stata raggiunta la quota di 50 trapianti di fegato da inizio anno 2023 e sono state spente le candeline del 700esimo  trapianto di fegato del centro.

Obiettivo importante

Un obiettivo importante, che conferma il ruolo di primo piano del Poit, che lo scorso anno, con 66 trapianti di fegato, ha toccato il record di questa tipologia di interventi nel Lazio. Nel corso di quest’anno il Poit ha portato avanti i primi trapianti multiorgano da donatore a cuore non battente (Dcd), nonché, proprio la scorsa settimana ha eseguito il 23° trapianto su ricevente HIV positivo. Inoltre, si assiste a un aumento dell'utilizzo di tecniche di "organ recovery" per organi marginali grazie a macchine di perfusione ex vivo. “Perché un trapianto abbia successo è necessario un lavoro multidisciplinare perfettamente coordinato e specializzato, in grado di portare avanti una macchina  di altissima complessità che non può mai subire rallentamenti o fermarsi”, dichiara Narciso Mostarda, direttore generale dell’Azienda Ospedaliera San Camillo-Forlanini. “I numeri sono la conferma di questo processo di eccellenza.

Ogni trapianto è una rinascita

Dietro a ogni trapianto c’è morte e rinascita, un percorso che viene seguito da decine di operatori in tutte le sue fasi, e sotto tutti i punti di vista, sia clinico-assistenziale che psicologico”, conclude il Dg Mostarda.L’obiettivo è stato reso possibile grazie all’attività svolta dall’equipe di Chirurgia Generale e Trapianti diretta dal prof Giuseppe Maria Ettorre, dei due reparti di epatologia - UOC Malattie del fegato del San Camillo diretta dal dottor Adriano Pellicelli e la I Divisione dell’INMI Spallanzani diretta dal dott. Gianpiero D'Offizi-  dal reparto di Anestesia e Rianimazione del San Camillo diretto dal prof Luigi Tritapepe, e dalla terapia intensiva INMI Spallanzani. Un doveroso ringraziamento all'attività svolta dal centro regionale trapianti Lazio diretto dal prof Mariano Feccia, che coordina l’attività trapiantologica nella Regione. I risultati sono in linea con il trend in ascesa degli ultimi due anni, che hanno portato il Poit ad essere il primo centro nel Lazio per numero di trapianti di fegato e una realtà importante per i pazienti epatopatici di tutto il centro - sud.

L'idenkit dei pazienti

Anche quest'anno,  infatti, circa il 40% dei pazienti proviene da Calabria, Basilicata, Campania e Abruzzo. Fino al 2020 la media di trapianti del fegato portati avanti dal POIT viaggiava sotto i 35 interventi, per poi raddoppiare nel 2021 (61 casi), compiendo un ulteriore balzo in avanti del 9% nel 2022, con 66 casi.

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