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Roma
Roma, “Virginia Raggi è peggio di una crisi”. Inutilizzati i fondi per la casa

di Andrea Catarci *

Siamo di nuovo nella tempesta del coronavirus e di nuove restrizioni, con le sofferenze socio-economiche in costante aumento.Risalgono i contagi a ritmi sostenuti, in quella che giornalisticamente è stata definita la seconda ondata della pandemia. Oltre a essere ancora forte il ricordo doloroso delle migliaia di morti della scorsa primavera, nella società italiana e nella nostra città si vivono quotidianamente le conseguenze della crisi drammatica che il covid19 ha aggravato: alcuni settori dell’economia sono in ginocchio, migliaia di famiglie sono costrette a fare i conti con la mancanza di un reddito di base, di un’occupazione decente, di adeguate misure di sostegno.

Per questo le inefficienze risultano più distruttive e intollerabili di quanto non siano in altri frangenti, specialmente quelle legate a bisogni primari insoddisfatti quali l’abitare. La situazione eccezionale dovrebbe facilitare procedure agevolate, invece con la giunta Raggi tutto diventa persino più complicato di come sarebbe in un contesto ordinario.

I buoni affitto “covid” non ci sono, i buoni casa nemmeno, mentre le richieste di sfratti per morosità aumentano

Così è stato per i 27 milioni di euro arrivati in due tranche nelle casse del Campidoglio, stanziati dalla Regione Lazio e da distribuire in buoni affitto. Dopo le ripetute denunce di mala gestione di associazioni e sindacati come l’Unione Inquilini, l’ultima iniziativa al riguardo è stata presa dal gruppo Pd del Municipio Roma XV, guidato dall’ex Presidente Daniele Torquati, che ha convocato una commissione delle politiche sociali invitando a relazionare la giunta comunale. In essa è emerso che, delle 49.213 domande pervenute alla data di scadenza (18 maggio 2020), dopo 5 mesi ne sono state lavorate circa la metà e ne sono state pagate 6.000, meno del 10% del totale. Ad alcune di queste, inoltre, sembra siano stati riconosciuti solo importi ridotti.

La Sindaca Raggi e l’assessora comunale al Patrimonio Vivarelli hanno più volte vantato le meraviglie del sistema online utilizzato, lo stesso da cui - secondo quanto riportato da alcune importanti testate giornalistiche - a settembre oltre 10.000 pratiche sarebbero sparite per poi riapparire in bianco. Non sono però i problemi tecnologici il fulcro del problema. A giugno era già chiaro come qualcosa non funzionasse nell’approccio, quando la direzione competente ha chiesto un aumento delle risorse umane per controllare le domande inviate in autocertificazione. Infatti, il bando è stato strutturato senza graduatoria, per assicurare un’erogazione veloce, prevedendo l’azione di verifica conclusiva della Guardia di finanza. Invece, alla faccia della de-burocratizzazione, come era scontato i tempi si sono allungati e i diretti interessati, malgrado i fondi disponibili, sono costretti ad aspettare tempi lunghi. La solerte squadra M5s che da quasi quattro anni e mezzo s-governa Roma, però, non ha mosso paglia nei tempi dovuti e si trova a versare le classiche lacrime di coccodrillo a danno arrecato, con un’indagine interna ai danni della funzionaria e dell’ufficio, ritenuti responsabili. Non essendo uscita la graduatoria anche i tempi di erogazione del buono casa sono incerti, nonostante le richieste siano state effettuate a febbraio 2020.

Roma, la Capitale, è anche capitale dell’emergenza abitativa: non può essere governata con arroganza, supponenza e inconsapevolezza

D’altronde cosa volete che sia, a Roma ci sono “soltanto” 10.000 persone che avrebbero diritto a un alloggio popolare che resta un miraggio, decine di migliaia di nuclei in disagio abitativo conclamato, migliaia di persone in occupazioni socio-abitative periodicamente attaccate dalle istituzioni pur senza alternative a disposizione, più di 10.000 senzatetto, migliaia di sfratti per morosità che dal 1 gennaio 2021 possono trovare esecuzione attraverso l’uso della forza pubblica, un mercato immobiliare inaccessibile a vaste porzioni di popolazione.

Ogni azione destinata ad aggravare tale emergenza è un vero e proprio attentato alla coesione sociale oltre che ai diretti interessati, si tratti di uno sgombero o di un contributo dovuto e non erogato. La Sindaca Raggi e i suoi sodali sembra non lo sappiano, con la prima che dopo essersi ricandidata si dedica unicamente a inaugurare qualsiasi cosa possa essere avvolta da un nastro e i secondi intenti alla critica dei possibili candidati avversari più che all’amministrazione e alla cura dei quartieri. Confermano il detto popolare per cui arroganza e consapevolezza non vanno a braccetto e fino alla fine peggiorano lo stato di salute di una città che va liberata e trasformata radicalmente.

* Andrea Catarci, coordinatore del Comitato scientifico di Liberare Roma

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