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Roma
Rotondi: "Scommetto sulla Dc e voto Guido Bertolaso"

di Fabio Carosi

Onorevole Gianfranco Rotondi, da leader del neonato partito Rivoluzione Cristiana, secondo lei per chi devono votare i romani?
"Per Bertolaso, mi pare chiaro. Noi di Rivoluzione Cristiana abbiamo deciso di sostenerlo pur nella condizione di difficoltà estrema del centrodestra romano".
E secondo lei la marmellata di centrodestra a cosa è dovuta?
"E' l'ultima chiamata prima delle politiche. I partiti si vogliono posizionare in vistar di un appuntamento con nuove regole elettorali. La tattica prevale sulla strategia".
Chi ci perde e chi ci guadagna?
"Ci perdono i cittadini perché non riusciranno a scegliere un candidato competitivo per la parte per quale tengono. Tranne Cinque Stelle, destra e sinistra sono frantumate nel tatticismo".
C'è una via d'uscita?
"Non saprei perché i giorni volano e diventa difficile rabberciare un unità di facciata che non servirebbe a molto".
Bertolaso è "condannato" ad andare da solo?
"A Roma mi pare di sì. Noi abbiamo fatto la scelta di sostenere il candidato politicamente vicino. E' il candidato del Ppe e Bertolaso ha detto "sono un vecchio democristiano". Molti lo hanno criticato noi siamo con lui... La verità è che la Dc è forte ancora in Europa a dispetto di quelli che ci spiegavano che dopo il muro di Berlino non poteva esistere più. Oggi bisognerebbe domandarsi perché dopo il muro la Dc in Italia non c'è più se poi a Berlino governa. A Roma il muro è caduto solo in testa a noi".
Bertolaso, Marchini, Meloni: l'offerta nel centrodestra non manca...
"Giovanni Paolo II direbbe lasciamoli andare... Il centrodestra non è tutto a Roma.  Per noi di Rivoluzione Cristiana è la prima prova amministrativa, presenteremo la nostra lisa a Roma e nelle altre città".
Per la Capitale avete già un candidato?
"Stiamo raccogliendo le disponibilità e credo che il nostro sia il partito più nuovo perché nasce adesso. Per ora preferisco presentare il simbolo, anche Grillo prendeva lo zero virgola e all'inizio sarà una testimonianza ma nel lungo periodo scommetto sul ritorno della Dc".
I cattolici contano ancora a Roma?
"Meno che in altre città, paradossalmente. Me lo spiegava lo scomparso Gianni. Mi diceva sempre che noi siamo una città dove ti affacci al balcone e vedi passare il Papa. Al di sotto di questo non ci fa impressione niente. E proprio la presenza del Vaticano rende difficile l'affermazione di un laicato cattolico. Ad eccezione di Andreotti non ha mai espresso grandissime presenze. Nella storia politica di Roma i cattolici sono stati meno presenti che in altre città. La presenza del Vaticano copre il rapporto della città con la dimensione della fede e dell'impegno sociale. E arrivo volentieri a Renzi che è l'equivoco del nostro tempo. Renzi raccoglie il massimo di consensi di ex Dc nel Pd e il Pd non è mai entrato nel gruppo europeo del Partito Popolare. Renzi fa il pieno di voti moderati ma fa una scelta di sinistra ma ad un certo punto l'astuzia tattica finisce. Alle politiche spero che lo scontro sarà tra popolari e socialisti".
Da quanto tempo vive a Roma e come vede questa città?
Sono qui da 22 anni e di certo Roma ha problemi evidenti che non sono quelli dei maiali e delle feste. Io non ho sparato sulla croce rossa della rimborsopoli perché dico sempre che bisogna criticare i politici che spendono i soldi pubblici per i ricevimenti ma anche chi va a i ricevimenti e chiede di mangiare. I problemi di Roma sono quelli di una città che ha le dimensioni di Londra e i servizi inferiori a quelli di Milano".
La causa?
"Forse anche quella che ho detto prima: la mancanza di una classe dirigente romana. Stretta tra il Vaticano e il Palazzo, la città non ha espresso una sua progettualità. Solo negli ultimi anni si è parlato in termini di Roma Capitale un'ansia di progettualità. Purtroppo Mafia Capitale ha spazzato via Roma Capitale".
Uno che fonda un nuovo partito è un'ottimista. Secondo lei Roma può farcela?
"Roma ha le energie, Poi non esiste Roma ma tante Roma. Noi siamo abituati a osservare il quartierino della politica, Roma è anche una città agricola. In questo territorio c'è ovunque terreno agricolo interessanti; è una città con un tessuto industriale, è una città di servizi. E da questo punto di vista l'esperienza di Bertolaso è una garanzia".
Bertolaso contro chi deve correre?
"Le circostanze lo portano contro tutti".
E Marchini?
"Marchini potrebbe fare come Passera e svolgerebbe un ruolo determinante. Andando avanti così non penso muoia dalla voglia di fare il secondo consigliere comunale per la seconda volta".
E perché dovrebbe farlo?
"Passera a Milano non ha avuto nulla e neanche Marchini dovrebbe avere o chiedere nulla".
Ma per un politico significherebbe morire...
"Capita. Anche se potrebbe ambire a qualcosa di più".
Previsione o vaticinio?
"Siamo così poveri di talenti che chiunque venga a darci una mano avrà opportunità. Oggi Berlusconi viene abbandonato da tutti. Però sono sicuro che l'elettorato non lo perderemo. Siamo nel caso classico in cui ci sono più posti che persone"
Accusano i Cinque Stelle di non saper governare. Che ne pensa?
"Per la Raggi, non mi permetto di essere categorico con una signora che non conosco. Nella galleria delle incapacità sarebbe solo una in più".
Quanti sono i Rivoluzionari Cristiani?
"Siamo il partito che registrerà la maggiore crescita. Non possiamo che crescere".
E come pensate di aiutare Bertolaso?
"Nel presentare la nostra lista. Quello che sarà, sarà un dippiù".

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