Sanità al collasso: non ci sono più medici. E' scontro tra Regione e Ministero
Solo 300 le assunzioni tra il 2016 e il 2018, contro le 3500 del piano regionale
Codice rosso per la sanità laziale. I sindacati dei medici lanciano l'allarme: non c'è personale e le assunzioni sono insufficienti.
Sono stati convocati per il prossimo 23 marzo gli Stati generali della sanità pubblica del Lazio, in occasione dei quali verrà decisa la data del primo sciopero in difesa del welfare. E' ormai braccio di ferro infatti tra Regione Lazio e Ministero della sanità sulla quantificazione del personale da assumere, per colmare le carenze causate dal 10 anni di blocco del turn over. In questi ultimi 10 anni dalla sanità regionale sono usciti 8100 dipendenti che hanno raggiunto l’età pensionistica, ma le assunzioni autorizzate sono state solo 1000. Per rinfoltire i ranghi la Giunta Zingaretti, in accordo con i sindacati Cgil Cisl e Uil , ha predisposto un piano di assunzioni di 3500 persone tra il 2016 e il 2018. Per duemila il percorso avrebbe dovuto essere già partito ma è intervenuto lo stop ministeriale, non una vera e propria bocciatura in verità , ma forti perplessità sul numero, tali comunque da bloccare l’iter previsto.
Secondo i tecnici ministeriali infatti le assunzioni necessarie nel Lazio sono solo 400. Ma la Regione su questa vicenda non intende fare passi indietro e lo ha già comunicato al ministero, ed i sindacati la fiancheggiano in questa “singolar tenzone”. Il documento congiunto (redatto da Fp Cgil, Cisl Fp, Uil fpl, Anaao Assomed, Fp Cgil medici, Cisl medici e Uil medici) mette in evidenza una perdita di oltre il 20% di forza lavoro dall'inizio del periodo di commissariamento: "Lo studio - denunciano inoltre le sigle sindacali - mette nero su bianco una prospettiva magra: non più di 300 assunzioni tra il 2016 e il 2018, contro le 3500 del piano regionale che comunque lungi dal compensare le perdite di questi anni, basterebbero appena a tenere in piedi i servizi anche a fronte dei 3 mila pensionamenti in arrivo”. Il Lazio nel 2019 si troverebbe finalmente fuori dal commissariamento a livello contabile, ma avendo smantellato il servizio pubblico e perso 15 mila unità; il 27,4% del proprio personale, portando l'età media a sforare la soglia monstre dei 55 anni. Spiega Natale Di Cola, segretario generale Fp Cgil Roma e Lazio: “Se l'annuncio del presidente Zingaretti di andare avanti - con le assunzioni - non trovasse conferma dal via libera da parte del ministero inevitabilmente la mobilitazione si intensificherà. È in ballo il futuro del sistema sanitario della regione Lazio”.
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