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Roma
Sanità nel Lazio, per Rocca voto sospeso. La “cura giusta” dei medici di base

Sanità nel Lazio tra Pronto Soccorso e liste d'attesa: “Il voto a Francesco Rocca e alla sua Giunta? Sospeso, d'altronde siamo al secondo trimestre e come ad ogni cambio politico stiamo ricominciando da zero. Per ora registriamo una disponibilità all'ascolto”. Firmato i 4 mila medici di medicina generale di Roma e del Lazio.

Chi manda il “pizzino” al presidente Rocca e al potente Andrea Urbani, già direttore della programmazione del ministero della Sanità è l'altrettanto “potente” Pierluigi Bartoletti, vice segretario nazionale delle Fimmg, la federazione che riunisce i medici di medicina generale, prima medici di base e prima ancora medici di famiglia. Una vita accanto ai pazienti e una vita parallela accanto ai colleghi “di famiglia”.

Primo confronto dopo 8 mesi tra medici di base e Regione Lazio

Chi manda il “pizzino” al presidente Rocca e al potente Andrea Urbani, già direttore della programmazione del ministero della Sanità è l'altrettanto esperto Pierluigi Bartoletti, vice segretario nazionale delle Fimmg, la federazione che riunisce i medici di medicina generale, prima medici di base e prima ancora medici di famiglia. Una vita accanto ai pazienti e una vita parallela accanto ai colleghi “di famiglia”. La prima notizia che dà Bartoletti è che ha 8 mesi dall'insediamento della Giunta Rocca e con il presidente che ha tenuto per sé la delega alla Sanità, la Regione la ha ricevuto ufficialmente la Fimmg che ha presentato un documento riassuntivo della malattia “poco oscura” di cui soffre la Sanità regionale, “figlia di una patologia nazionale” mai curata a fondo.

Bartoletti, tra accessi al Pronto Soccorso e liste d'attesa, il Lazio ha quasi festeggiato un miglioramento dello scenario che stenta ad essere una “buona notizia”. Che ne pensa di Rocca presidente e Rocca assessore alla Sanità?

“Che in questi mesi nulla è mutato. Come tutte le Giunte in partenza – per voler essere oggettivo – si riparte da zero per il noviziato. Si riparte da zero con due progetti, i soliti: liste e Pronto Soccorso che in 20 anni non hanno avuto soluzioni. L'offerta è aumentata ma per cambiare il sistema devi rivedere tutte le componenti di rete per evitare gli sprechi e qui ogni volta si riparte come in un gioco dell'oca. Prima bisogna sapere quali sono e dove le prestazioni critiche e come si fa a mettere in rete il pubblico con il privato. Poi bisogna mettere mano ai tempi di attesa per la diagnostica e le specialistiche, con particolare attenzione a quelle che riguardano le patologie oncologiche,penalizzate pesantemente dall’emergenza SARS”Covid19, quindi affrontare il tema della mobilità sanitaria. A Roma c'è gente che non si cura perchè gli viene fissata una visita dall'altra parte della città o fuori provincia”.

E questa è l'analisi pure condivisibile. E la cura?

“Questa Regione come molte altre sono focalizzate su Pronto Soccorso e Liste d'attesa che non funzionano da 20 anni. Secondo me e secondo noi bisogna partire dalla programmazione e dai numeri. Se abbiamo liste d'attesa lunghe e accessi ai Ps c'è qualcosa a monte che non funziona. Ragionando solo su come aumentare l'offerta senza gestire la domanda l'unico effetto è aumentare la spesa”. E certo non si può semplicisticamente addebitare la colpa ai soliti noti, i medici di famiglia. Se una cosa non funziona le responsabilità in un sistema complesso sono molteplici, non certo di una componente".

pierluigi bartoletti
 

E questo pure è chiaro. Ora i numeri su cui volete ragionare con Regione Lazio..

“Nel Lazio siamo 5,7 mln di abitanti con 1,3 mln di over 65 ed è un territorio con 378 comuni. Per applicare la normativa vigente servirebbero 500 case di Comunità strutture che assorbirebbero almeno 100 medici per ciascuna struttura. Quindi abbiamo detto: partiamo dal fabbisogno e sulle Liste d'Attesa per evitare che le persone che non possono aspettare aspettino, come ad esempio gli oncologici che possono essere dirottati subito nelle strutture d'eccellenza. Poi i sono i cronici che oscillano tra i 300 mila e noi rediamo anche 400 mila: se noi dessimo la possibilità ai medici di medicina generale di completare il piano terapeutico con la diagnostica, avrebbe come primo effetto 300 mila persone in meno in attesa”.

E perché sino ad oggi non è stato fatto?

“Perché non basta dirlo, bisogna farlo con la medicina associata che deve avere un infermiere e deve avere un nome comprensibile, non acronimi per iniziati. tudi polifunzionali di medicina generale. E poi c'è il tema delle Case di Comunità. Noi vorremmo capire a cosa servono, cosa si fa e qual è il progetto vero. E' alternativa allo studio medico? E' integrativa? E se un medico di base è impegnato nelle Case che fa chiude il suo studio”? La capillarità non è certo un poliambulatorio ogni 50.000 persone”.

Senta Bartoletti, la Sanità di quesiti ne ha anche troppi, andiamo al cocktail di farmaci salvavita...

“Semplice: il progetto di nuova Sanità deve essere fatto in una logica di rete con gli ospedali. Tutto in rete, tutti in rete. Le basta”?

Allora qual è stato salute del Lazio?

“E' una Regione alle prese con una serie di problemi legati ai cambiamenti che planano su un sistema organizzativo che è rimasto a prima del Covid. Col Covid è stato gestito tutto in emergenza con le ordinanze. Bisogna rivedere la normativa: se oggi la Medicina generale deve essere presente sul territorio con almeno 5 medici associati e con studio visibile e a livello strada, per evitare le famose influenze condominiali, devono essere fatti atti normativi, inserire la televisita e telemonitoraggio a livello sistematico, oggi si fa quasi solo a livello sperimentale. Se al posto di fare solo ricette facciamo le analisi e le inseriamo nel fascicolo sanitario va meglio per tutti. Un modello per il territorio, poi, deve essere adattato alle realtà dei piccoli comuni. Torna a una domanda: quanto costa stà rivoluzione”?

Sta dicendo che i medici di base sono “spara ricette”

“Sto dicendo che dipende da cosa i pazienti chiedono e dalle funzioni svolte. Se entri in studio, ti visito, ti faccio l'Ecg o con un tampone o con una analisi che integra una visita, esci con una certezza o quantomeno con una ipotesi di diagnosi, se invece posso fare solo prescrizioni quello che ti viene richiesto sono le prescrizioni. Per salire di livello e fare il medico, bisogna curare l’organizzazione e definire i profili funzionali svolti”.

Quindi per alleggerire i pronto soccorso e le liste d'attesa basta spostare quote importanti di sanità di primo livello sulla base medica?

“E’ uno, non il solo, dei passaggi da fare. Nei nostri studi molto si fa ma non è a sistema. C'è chi ha l'apparecchio per l'Ecg chi ha anche quello per la spirometria e chi non ha niente. Se non c'è una rete di strutture diffuse si va a impattare sul secondo livello che devono fare altro. In questo modo se si concordano le tariffe, si lavora con profili di budget e non a prestazione e si fanno calare le tariffe e soprattutto le spese a carico del SSR e dei cittadini”.

Esiste il pericolo che anche nel Lazio di possa attuare il modello Lombardo con i Pronto Soccorso a pagamento?

“In verità il pronto soccorso dovrebbe essere a pagamento. Nel delibera del passato ci sono una serie di cose antipopolari e difficili. Vai a vedere quanto costa un ticket per il code bianco. Qualcuno l'ha pagato poi hanno rinunciato. Le normative ci sono, perché non le hanno applicate? Perché tutto quello che è stato fatto non è stato applicato”.

Ha ragione dottore, per i codici Bianchi esiste un ticket che nel Lazio è da 25 euro e a Bolzano di 50 euro. E per le liste d'attesa?

”Non tutti sanno che si ha diritto al rimborso della Asl per le specialistiche tardive effettuate dai provati. Alcune Asl lo fanno, altre no. E' un caos”.

Senta, meglio Alessio D'amato o Francesco Rocca?

D'amato lo possiamo giudicare perché il mandato è finito. Ha avuto la capacità di gestire il Covid, innovare e ascoltare”.

E Rocca?

“E' mancato l'ascolto ora stiamo stati convocati mercoledì scorso e abbiamo consegnato le nostre proposte. Noi ragioniamo su efficientamento della rete attuale, ammodernamento in relazione agli obiettivi del PNRR e del DM 77, risorse economiche e di personale, soprattutto del servizio al cittadino che deve essere in linea con le esigenze della popolazione e cerchiamo di fare il meglio. Senza pregiudizi, dogmi e polemiche, ma in modo costruttivo, come abbiamo sempre fatto”. Nell’interesse della Regione Lazio e dei cittadini di questa Regione, di cui noi facciamo parte. Da medici e purtroppo anche talvolta da pazienti”.

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