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Roma
Sanità pubblica contro privata: guerra tra bande nel Pd. L'assessore va ko

Coronavirus, per i tamponi nel Lazio esplode la guerra tra la sanità pubblica e quella provata. Una guerra tra bande tutta interna al Pd che porta la maggioranza di Nicola Zingaretti a votare contro il suo stesso assessore, Alessio D'Amato.

L'oggetto del contendere che ha generato una pagina buia al Consiglio regionale del Lazio è la lotta tra ospedali pubblici e un manipolo di privati convenzionati sul tema dei tamponi Covid-19 e che ha portato il leader dei laboratori privati di analisi, Claudio Giorlandino, a vincere il ricorso al Tar dove avverso l'ordinanza regionale che limitava alle strutture regionali l'esecuzione del tampone nasofaringeo e orofaringeo per la diagnosi del virus SARS-coV-2.

Dopo la vittoria, la Giunta regionale del Lazio si è trovata di fronte ad un bivio: proseguire la sua battaglia per la sanità pubblica, oppure arrendersi all'evidenza che pubblico e privato possono condividere. A guastare la festa della “banda estrema” composta dall'assessore D'Amato e dal dirigente regionale Andrea Tardiola è arrivata giovedì mattina la mozione “spacca maggioranza” di Stefano Parisi, la 302 che “impegna la maggioranza a stoppare il ricorso al Consiglio di stato contro la sentenza del Tar che apriva ai privati”. E qui il Pd ha mostrato tutto il suo smalto e la consueta coesione politica: la “banda liberista” composta dagli “astorriani” Leodori e Buschni ha dato l'ordine di scuderia e il Pd ha votato a favore della mozione del coordinatore del Centrodestra, facendo di fatto soccombere la Giunta e sconfessando l'assessore.

E qual è stata la risposta del direttore della bla bla cabina di regia della Sanità del Lazio? Se ne è fregato (come si dice in via della Pisana) e dopo mezz'ora ha spedito urbi et orbi un comunicato con cui annunciava il ricorso al Consiglio di Stato. Una vera crisi che ha visto “il saponetta” Zingaretti lontano anni luce da tutta la vicenda che no solo appartiene alla materia Coronavirus, ma è pericolosamente vicina al mascherine gate che fa venire i brividi anche con 34 gradi all'ombra.

Dunque, l'assessore D'Amato va avanti nella sua battaglia solitaria, solo che ignora l'effetto che la mozione Parisi avrà sui giudici amministrativi di secondo grado. Al ricorrente Giorlandino basterà allegare il voto di giovedì per convincere i giudici del Consiglio di Stato che il ricorso è infondato poiché il legislatore (che non è D'Amato ma il Consiglio regionale) ha espresso chiaramente la volontà politica di accettare la pronuncia del Tar.

Frittata fatta; Alessio D'Amato isolato nel suo bunker da quasi commissario dove fa il bello e il cattivo tempo, e via libera ai tamponi per tutti. Senza più le file imbarazzanti di fronte agli ospedali pubblici e ai privati “miracolosamente accreditati”.

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