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Roma
Sanità, Stati generali riuniti: assunzioni e precariato i temi più caldi

Il piano di rientro ha risanato le casse del sistema sanitario regionale con un “puro lifting finanziario”, realizzato a scapito della salute di milioni di persone.

Dopo la ricostruzione “il castello della sanità” laziale è tanto più saldo economicamente quanto più inaccessibile ai cittadini. E sarà proprio questo “j’accuse “ di medici e operatori il filo conduttore degli Stati generali della sanità che si terranno il, 23 marzo, a partire dalle 10:30 presso la sala "Folchi" dell'ospedale San Giovanni Addolorata.

Gli atti del commissariamento hanno anche generato, accusano i sindacati (Cgil Csil Uil funzione pubblica e medici e Anaao-Assomed) -“un buco di 11000 lavoratori tra medici tecnici infermieri , nell’organico di aziende sanitarie e ospedaliere pubbliche che ha certamente facilitato il raggiungimento della virtuosità finanziaria, ma ha anche causato un drastico calo della capacita assistenziali”.
Tema centrale del convegno saranno dunque assunzioni e stabilizzazione del precariato . Secondo i piani della Regione, tra quest’anno e il prossimo, dovrebbero essere assunti e stabilizzati 3500 lavoratori e questo orizzonte è stato anche sancito da un accordo con i sindacati. Forse però si è un po andati sopra le righe delle possibilità reali ed infatti i tecnici ministeriali recalcitrano a dare il via libera. Ed il braccio di ferro continua da oltre un mese ormai visto che il presidente Nicola Zingaretti ha definito il piano assunzionale decretato e concordato irrinunciabile, la sua linea Maginot.

"L'iniziativa - spiegano i sindacati - si inserisce nella mobilitazione partita con l'appello rivolto al Presidente Nicola Zingaretti e alla Ministra Beatrice Lorenzin sulle assunzioni del sistema sanitario regionale, che ha gia' portato allo proclamazione dello stato di agitazione di tutto il personale perché senza energie nuove la sanità pubblica muore. Negli ultimi 10 anni (dal 2006 al 2016) ha perso 11494 persone e la situazione e' destinata a peggiorare. Tra il 2017 e il 2018 si rischia di perdere altri 2.700 operatori, qualora non si riuscisse a scongiurare la magrissima previsione del Ministero della Salute: solo 300 assunzioni a fronte di 3.000 pensionamenti. Di fatto si impedirebbe alla Regione Lazio di mettere in atto il proprio piano assunzionale”. Una opzione che i sindacati ritengono inaccettabile.

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